Nel 2022 in Toscana si sono registrati 5 femminicidi, numero che ha fatto salire il drammatico bilancio degli ultimi 16 anni, dal 2006, a 132. Sempre l’anno scorso si sono superati i 2.138 accessi in codice rosa al pronto soccorso per maltrattamenti (erano stati 1.918 ne 2021), e oltre tremila donne si sono rivolte nel corso dell’anno a un centro antiviolenza. Sono alcune delle cifre che emergono dal quindicesimo rapporto sulla violenza di genere in Toscana, realizzato dall’Osservatorio sociale regionale attraverso la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti dai nodi delle reti territoriali antiviolenza. Sempre secondo l’indagine, gli uomini che hanno effettuato l’accesso a uno dei cinque centri per uomini maltrattanti sul territorio regionale nel 2022 sono stati 280 (erano stati 172 nel 2021), per il 71,4% di nazionalità italiana e più della metà compresa tra i 30 e i 49 anni.
Il documento è stato presentato nell’ambito de La Toscana delle donne, in vista della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre. "Giornata in cui dichiariamo lo stato di lutto della Regione Toscana. La bandiera a mezz’asta che vedrete sabato negli edifici della Toscana vuole essere un segno", le parole del presidente della Regione Eugenio Giani. "Il caso di Giulia è stato eclatante ma purtroppo non passa giorno senza che non si verifichi un atto di questo genere – aggiunge - Occorre una posizione forte, una sensibilità comune".
E contro la violenza sulle donne "innanzitutto va potenziata la corretta narrazione, la prevenzione e la cultura del rispetto, altrimenti arriveremo sempre in fase riparativa. E in fase riparativa abbiamo la necessità che i centri antiviolenza e le reti siano davvero finanziate e che questo non sia solo un problema delle Regioni, ma che sia un problema nazionale", ha detto l’assessore regionale alle politiche sociali, Serena
Spinelli. "Dobbiamo fare squadra, insegnare il rispetto ai bambini e alla bambine e dobbiamo dire che le donne hanno il diritto di scegliere dove vogliono stare". L’assessore Nardini ha poi commentato l’approvazione all’unanimità in Senato della legge contro la violenza sulle donne: "E’ un passo avanti che opposizione e maggioranza stiano provando a dialogare. Mi auguro che l’attenzione su questi temi non cali passato il 25 novembre e passata la reazione emotiva di fronte all’uccisione di Giulia Cecchettin. Purtroppo prima di Giulia c’erano state tante altre donne ed evidentemente troppo poco abbiamo fatto . Quindi - ha concluso Nardini - per interrompere questa scia di sangue occorre essere coerenti, occuparsi di questi temi non solo il 25 novembre e l’8 marzo, ma ogni giorno e occorre che tutti riconoscano questa come priorità".
Proprio contro la violenza sulle donne la Regione Toscana ha varato un pacchetto di politiche attive, tirocini da mille euro al mese (rinnovabile a due anni) e incentivi alle imprese da 3,5 milioni. Risorse che vengono appositamente attinte dal fondo sociale europeo e vanno ad alimentare quelli che la Regione ha ribattezzato come i "percorsi di libertà". La copertura è destinata a essere maggiore, fa notare Giani, "la donna riceve subito una garanzia economica: oltre a mille euro di tirocinio, si trova ad avere dei voucher per i figli e complessivamente una serie di misure che vanno oltre i 20 mila euro in questo percorso di due anni". "Andremo a privilegiare in questo caso i contratti a tempo indeterminato, prevedendo un incentivo maggiore per favorire il lavoro stabile - aggiunge l’assessora regionale alle Pari opportunità e al Lavoro Alessandra Nardini - o a tempo determinato, ma comunque per un periodo minimo di 12 mesi".