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Kiev colpisce una nave russa nel mar Nero Altri 19 anni di carcere a Navalny
"Un grosso schiaffo a Putin". Le forze ucraine celebrano l’attacco "riuscito" a una nave da sbarco russa, la "Olenegorsky Gornyak", davanti al porto di Novorossiysk nel Mar Nero. E rivendicano un attacco multiplo alla stessa base, nel territorio meridionale russo di Krasondar, che avrebbe danneggiato parte del terminal del Caspian Pipeline Consortium (Cpc), cruciale per le esportazioni del petrolio. Mosca dal canto suo minimizza, affermando di aver respinto l’attacco al porto e di aver distrutto due droni marini senza che questi provocassero danni o vittime. Il traffico navale a Novorossiysk è stato comunque "temporaneamente interrotto per decisione della capitaneria di porto", e poi "ripreso", ha spiegato il portavoce della società Transneft, Igor Demin, alla Tass. Kiev esulta per il colpo inflitto al nemico. A cominciare dal presidente Volodymyr Zelensky, che ha ricevuto rapporti dai vertici militari, compreso quello del capo dello Sbu, Vasily Malyuk: "Non mi dilungherò sul suo contenuto. Posso solo dire che siamo tutti grati al Servizio di sicurezza dell’Ucraina per aver riportato la guerra allo Stato aggressore", ha riferito Zelensky su Telegram.
Intanto, sul ’fronte’ russo i giudici infliggono una nuova condanna ad Alexey Navalny: 19 anni di reclusione in un carcere di massima sicurezza. Si solleva l’indignazione dell’Occidente che la giudica "politica". Il rivale numero uno di Vladimir Putin, l’oppositore che per anni ha trascinato le proteste contro la deriva autoritaria del Cremlino, è stato infatti incriminato e condannato per "estremismo". Un’accusa che appare infondata, la diretta conseguenza della decisione del governo di bollare come "estremiste" tutte le organizzazioni legate all’oppositore. Navalny si aspettava una pena durissima. La pubblica accusa aveva chiesto 20 anni di reclusione e lui, alla vigilia dell’ultima udienza, aveva detto di prevedere una sentenza "stalinista". Ma aveva anche accusato il Cremlino di colpire lui e gli altri dissidenti per intimidire tutti coloro che non sostengono il governo russo. "Incarcerando centinaia di persone, Putin sta cercando di intimidirne milioni", aveva detto il giorno prima Navalny, esortando a non cedere alle minacce del Cremlino.