"Non ero mai stata nella ditta dove è morta mia figlia. E’ stato forte, sono esausta. Il proprietario ci filmava con una piccola telecamera dal cancello. L’ho trovata una mancanza di rispetto, assurdo". Emma Marrazzo (nella foto), mamma di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta sul lavoro due anni e mezzo fa, si è recata fuori dall’"Orditura srl" a Montemurlo dove è avvenuta la tragedia di sua figlia. Marrazzo sostiene la raccolta firme, promossa dai sindacati di base, per la legge sull’omicidio del lavoro. E ieri il banchino è stato montato fuori dalla fabbrica dove Luana è morta nel 2021. "Avevo il magone – dice Marrazzo – E poi non mi sarei aspettata di trovare quel clima, la manifestazione era autorizzata. I proprietari hanno tolto l’insegna da fuori per non far vedere il nome. Faggi (marito della titolare Luana Coppini, entrambi hanno patteggiato per la morte di Luana, ndr) ci filmava da dietro il cancello. L’ho trovata una provocazione anche perché non abbiamo offeso nessuno. Nessuno dei colleghi di mia figlia ha firmato". Altro momento di tensione con un fornitore che stava entrando nella ditta. "Lavori per gli assassini", qualcuno gli ha gridato. "Lui è sceso e ha detto che ha tre figli da mantenere, parla a me di figli?", conclude Marrazzo.
Cosa FareLa Madre a Prato all’Orditura di Luana: Tragedia e Raccolta Firme