La magia del Museo Ginori . Tre secoli di storia in un sito

Svelati online i tesori della ditta fiorentina che ha incantato il mondo con porcellane e ceramiche. Tomaso Montanari, presidente della Fondazione: "I restauri della sede inizieranno a primavera 2024".

La magia del Museo Ginori . Tre secoli di storia in un sito

A far conoscere la porcellana Ginori al mondo, nell’Ottocento provvedeva il magico Collodi, che mandò Pinocchio nel Paese dei balocchi. Destinandolo invece al Paese dei barbagianni, tramite i giornalisti riuniti all’Expo di Londra, compose un company profile antelitteram, quando il fratello Paolo Lorenzini dirigeva la fabbrica fiorentina. Curiosità piluccata su museoginori.org, il primo sito mai aperto per svelare i tesori realizzati dalla ditta in tre secoli di storia. E aperto ancor prima della riapertura del Museo: nato insieme alla Manifattura di Doccia a Sesto Fiorentino, dal 1965 ha sede in un edificio di proprietà demaniale, un po’ malconcio: "I restauri, calcolabili in 7 milioni di euro, sui due piani, dovrebbero iniziare nella primavera del 2024" si augura il Presidente della Fondazione Museo Ginori, il professor Tomaso Montanari. "Molto grato, nonostante le divergenze politiche, al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che continua ad assicurarci l’attenzione e i contributi dello Stato per valorizzare queste ineguagliabili collezioni. Circa 8.000 oggetti in porcellana e maiolica databili tra 1737 e 1990; un’imponente raccolta di modelli scultorei in cera, terracotta, gesso e piombo dal XVIII al XX secolo; lastre in metallo incise e pietre litografiche per la stampa dei decori; sterminato archivio di documenti cartacei e disegni. Tutto acquistato nel 2017 per 3 milioni di euro dalla finanza pubblica".

Intervenuta dopo due gare d’asta andate deserte, e in seguito alla scelta del gruppo Kering (François Pinault & family. gestori di Gucci, Balenciaga e altro lusso) di limitarsi nel 2013 ad acquisire solo il ramo produttivo e il marchio Richard-Ginori.

Su come regolare le rispettive identità e i rapporti circa i diritti all’uso di modelli, forme, etc... conservati e utilizzati tuttora nello stabilimento, e non nell’adiacente Museo, Montanari prospetta un pacifico dialogo. A Milano, in Triennale, ieri, ha presentato una civile idea di Museo, temporaneamente in eclissi, intanto online: "Centro di ricerca e produzione culturale, e comunità impegnata a sviluppare un dialogo critico sul passato, sul presente e sul futuro. La narrazione della straordinaria storia avviata dal marchese Carlo Ginori, nello svelarsi al pubblico (ora italiano, poi anche di lingua inglese), lo riavvicinerà alla ceramica nostrana".

Sui dettagli dei capolavori - Veneri, Bacchini ebbri, vasi, camini, piatti, alzate, rinfrescatoi, esclusivi centritavola per il Ministero degli Esteri - commentati

dalle magistrali conservatrici Oliva Rucellai e Rita Balleri, o alla sorpresa di utopie come i coralli fatti crescere sulle porcellane al largo della colonia Ginori di Cecina, rimandiamo appunto al sito. Fra tanta magnificenza, una nota sui prodotti utili: isolatori per telegrafi, segnaletica stradale, stoviglie di uso comune, sono stati fin dalle origini la vera fonte di profitto della Manifattura Ginori, che ha pure brevettò la pirofila.

Anna Mangiarotti