Una mostra per entrare nell’universo di Emilio Vedova, "per avere un’esperienza quasi sensoriale col tutto il suo mondo".
E’ stato il grande artista veneziano, maestro dell’astrattismo, a inaugurare ieri con i suoi dipinti i nuovi spazi espositivi del Consiglio regionale di Palazzo Bastogi, in via Cavour 18 a Firenze, dove si è concluso un accurato intervento di restauro.
“Tu nell’universo“ è il titolo dell’esposizione, presentata dal presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, con gli interventi critici dei curatori Giuseppe Simone Modeo e Cesare Orler, e l’esperto di arte contemporanea Pasquale Giuseppe Macrì, e la presenza del consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli.
"Sono felice e onorato di poter inaugurare gli spazi di Palazzo Bastogi e del salone delle Feste, dopo un lungo restauro, con la mostra di Emilio Vedova – ha detto Antonio Mazzeo – uno degli artisti italiani più importanti del Novecento. Gli spazi del palazzo sono davvero unici e la mostra riesce a renderli ancora più belli. Ringrazio la Galleria Orler per avere reso possibile la realizzazione di questa significativa mostra dedicata all’opera di Vedova".
"La rappresentazione di forme e di grazia del nostro rinascimento diventa con Vedova la rappresentazione di caos - ha detto Pasquale Giuseppe Macrì –, tragedia, illogicità dell’età moderna e che meglio rappresenta la nostra epoca". Il curatore Orler ha spiegato che non è stato facile armonizzare il lavoro estremamente moderno di Vedova con gli spazi così ricchi di storia e tradizione di Palazzo Bastogi ed è per questo che "invece di seguire un semplice ordine cronologico abbiamo cercato di armonizzare le opere gettando dei ponti tra periodi artistici diversi, creando dei significati nuovi". Non è mancato un riferimento a Venezia, città di origine di Vedova, da cui ha preso i stimoli e da cui ha avuto le occasioni per potersi formare e diventare uno tra i più fenomenali artisti del secondo ’900.
"La mostra “Tu nell’universo” si arricchisce di molti lavori che presentiamo per la prima volta – ha aggiunto Cesare Orler – e che vanno ad arricchire il percorso di un autore che ha lavorato per oltre sessant’anni".
Nato a Venezia nel 1919 da una famiglia di artigiani-operai,Vedova inizia a lavorare da autodidatta fin dagli anni trenta. Nel 1942 aderisce al movimento antinovecentista Corrente. Antifascista, partecipa tra il 1944 e il 1945 alla Resistenza e nel 1946, a Milano, è tra i firmatari del manifesto “Oltre Guernica“. Comincia ad esporre in personali e collettive sin dagli anni Quaranta, ottenendo presto fama internazionale; è del 1951 la mostra a lui dedicata alla Catherine Viviano Gallery di New York. A partire dal 1948 partecipa a svariate edizioni della Biennale di Venezia, dove nel 1952 gli viene dedicata una sala personale, nel 1960 riceve il Gran Premio per la pittura e nel 1997 il Leone d’Oro alla carriera. La mostra si è aperta con la violinista Lavinia Golfarini che ha messo a confronto la classicità di Vivaldi con la sperimentazione di Stravinskij, tradizione e sperimentazione. La mostra proseguirà fino al 21 marzo. Dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 19.
Olga Mugnaini