GABRIELE MASIERO
Cosa Fare

La passione nell’ immagine. Il fotografo Maggiani si specchia nel mondo

Come cambia lo scenario sociale: lo scrittore a colloquio con Montanari a Pisa. Un vasto archivio dagli anni Settanta da cui è nato il libro ’Narciso meccanico’.

La passione nell’ immagine. Il fotografo Maggiani si specchia nel mondo

La passione nell’ immagine. Il fotografo Maggiani si specchia nel mondo

Grande scrittore, osservatore del mondo, commentatore. Ma prima di diventare un narratore contemporaneo Maurizio Maggiani ha coltivato, cosa che continua a fare ancora oggi, la passione per la fotografia.

"Narciso Meccanico. Una fotocamera per specchiarsi nel mondo" curato dagli Archivi della Resistenza racconta questo modo di esprimersi e comunicare di Maggiani. Lui che ha messo a disposizione il suo vastissimo archivio fotografico con immagini a partire dal 1971 fino all’alluvione che ha colpito la Romagna nel maggio scorso.

L’archivio da cui nasce la pubblicazione, e prima una mostra, è uno scrigno di storia recente: le lotte operaie, l’inclusione, le città che si trasformano, gli affetti familiari, la natura che si trasforma. Impegno e documentazione sociale e tanta passione appunto che si riflette anche nell’intimità. Uno spaccato della prima passione di Maggiani, prima di diventare appunto uno dei più affermati scrittori italiani contemporanei. Una passione e un mestiere, quello del fotografo: una passione che non ha mai abbandonato e che ha costituito, lungo i decenni, quasi un “secondo mestiere”, in parallelo alla sua attività pubblica. A dialogare con Maurizio Maggiani ieri a Pisa c’era Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, animatore dell’associazione, neonata a Firenze, "11 agosto", pronto alla sfida per le elezioni amministrative.

"11 agosto è un’associazione di cultura politica nata per unire, è il Pd che ha fatto altre scelte" ha sottolineato Montanari. Un evento culturale quello pisano che voleva lasciare fuori la politica almeno quella fiorentina. Tante le tensioni legate alla campagna elettorale per le comunali e tanti i botta e risposta tra i dirigenti del centrosinistra del capoluogo toscano con il rettore senese. Per il resto anche nella presentazione del libro di politica ce n’era eccome, anche se letta con le lenti della storia: le lotte operaie, il ritratto sociale per usare il costume accostandolo al tempo di ieri e di oggi.

Montanari arriva in anticipo, saluta cortese ma avverte: "Se vuole parlare di Renzi, non ho niente da dire". Eppure l’ex premier proprio da Siena ha provato a sfidarlo: "Si candidi a sindaco - ha detto il leader di Italia Viva - e vediamo quanti voti prende. Quanto vale Montanari. Lo conosco fin dai tempi del liceo, ma non ha mai avuto il coraggio di fare una battaglia in prima persona". "Davvero di lui - ribatte il rettore - non voglio proprio parlare". Allora proviamo a chiedergli del sindaco di Firenze, Dario Nardella che giusto ieri dalle frequenze di Radiouno, a ‘Un giorno da pecora’ ha rincarato: "A cena vado più volentieri con Renzi che con Montanari, lui è il più grande alleato di Donzelli e Salvini". "Abbiamo già detto e ripetuto - ha aggiunto Montanari prima di sedersi al tavolo dei relatori in Gipsoteca - che noi non parliamo la stessa lingua, quella della polemica e della denigrazione di chi non la pensa come il Pd. Per cui non intendo commentare le parole di oggi di Nardella. Il nostro è un tentativo di unire chi a Firenze vuole il cambiamento, non siano noi ad andare da un’altra parte: è il Pd che ha fatto altre scelte". Montanari, del resto, lo aveva detto anche alla ‘prima’ di "11 agosto" al teatro Puccini di Firenze. Il debutto dell’associazione che ha scelto come nome la data della Liberazione di Firenze.