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La Pieve di Santa Maria. Dal proprietario di Prada un milione per il restauro
Il Paperone che in pantaloni corti giocava intorno alla Pieve, oggi corre al suo capezzale. Patrizio Bertelli, è stato uno dei ragazzi di piazza Grande, nato in uno di quei palazzi che la circondano come uno scudo. Il cortile di casa era proprio quel mattonato in pendenza, dove si corre la Giostra del Saracino, cuore di Arezzo e della sua identità. E lì a due passi, la Pieve. Che oggi Bertelli salva dai malanni del tempo e dall’urgenza di un complesso intervento di restauro. In parte avviato dalla Soprintendenza e ora accelerato nelle fasi operative e nella tempistica dal milione di euro già versato da Bertelli, a titolo personale, sul conto corrente acceso dalla Diocesi in una banca aretina: unico canale di raccolta fondi lanciato per salvare la "chiesa degli aretini". L’urgenza del restauro si concentra sulla facciata romanica della chiesa, suddivisa in un ordine inferiore di cinque arcate cieche su colonne di granito, al quale si sovrappone il loggiato superiore a tre ordini con colonnette tutte diverse tra loro. Il crollo parziale di una colonna principale, un anno fa a giugno, è il campanello d’allarme che fa scattare la mobilitazione ma servono risorse, fino a 3 milioni la stima del restauro complessivo. Nel frattempo la facciata viene "fasciata" dai ponteggi e messa in sicurezza. Ora a riflettere la luce del sole non sono le colonnine, ognuna diversa dall’altra, o il bassorilievo che narra il Ciclo dei Mesi, bensì il metallo delle passatoie. All’ìnterno, custodisce il Polittico di Pietro Lorenzetti, in partenza tra una manciata di mesi per il Metropolitan Museum di New York e poi per la National Gallery, tra i capolavori protagonisti della mostra sul Trecento senese. Bertelli riavvolge il filo d’acciaio che lo tiene legato alla sua città, ai ricordi di gioventù che decide di rivivere strappandoli al declino o all’oblio e restituendoli alla città. È stato così per lo storico Caffè dei Costanti, per il ristorante La Buca di San Francesco, proprio davanti agli affreschi di Piero della Francesca. È stato così per la Capannaccia, il ristorante per antonomasia delle famiglie aretine che riaprirà ad aprile, e perfino per l’edicola in piazza San Jacopo dove Bertelli comprava i giornali. Luoghi della memoria riconsegnati al futuro. "È un contributo che incoraggia ad avviare al più presto i lavori e incoraggia anche altri soggetti della città, a fare la propria parte per portare a compimento l’intervento complessivo di recupero di quest’opera così importante per la città e la comunità ecclesiale", scandisce il vescovo Andrea Migliavacca che rivela la donazione di Bertelli.
E nella sequela di ringraziamenti con cui sottolinea l’attenzione della comunità alla Pieve, riserva una sottolineatura al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano "che si sta interessando personalmente al restauro della Pieve". E che "verrà ad Arezzo" aggiunge il parroco della Pieve don Alvaro Bardelli. Il grazie del vescovo va anche "alla collaborazione e intraprendenza della Soprintendenza, insieme alla quale, grazie a un tavolo di lavoro comune, faremo i lavori necessari". Il milione versato da Bertelli consentirà la prima cura della Pieve entro l’anno. E il primo intervento dopo il crollo della colonnina è stato disposto dal soprintendente Gabriele Nannetti che ha destinato alla messa in sicurezza della facciata, parte dei fondi già stanziati per il campanile della Pieve.