"Per realizzare una nuova stazione, creare una fermata in più sulla linea Milano-Roma, investire risorse pubbliche, servirebbe un bacino potenziale vicino al milione di utenti. Solo unendo le province di Perugia, di Siena e di Arezzo si può arrivare a quel numero". Quando il sindaco di Siena Nicoletta Fabio, in un’intervista a La Nazione, ha dichiarato ufficialmente di prediligere la soluzione di Creti "concordando con l’assessore umbro Melasecche", si è affidata a quel criterio che sembra davvero l’unico in grado di smuovere lo stallo su MedioEtruria: il bacino di utenti. Come del resto le Camere di commercio di Arezzo-Siena e Perugia ripetono da tempo. Solo consegnando a Roma un corposo quadro di potenziali fruitori, tra cittadini, imprese e turisti, è il senso di questa posizione, si potrà far pendere la bilancia dalla parte del sì alla nuova stazione dell’Alta velocità.
E solo unendo le forze delle province toscane con l’Umbria, dichiararono i presidenti camerali Massimo Guasconi e Giorgio Mencaroni, si può arrivare a un bacino di utenza di 1,5 milioni di abitanti, 200mila imprese con 600mila occupati, dieci milioni di turisti. "L’integrazione ferro-ferro – ha detto ancora il sindaco Fabio – è solo un’utopia, come dimostra la storia di MedioPadana dove si sono raddoppiati i posti per le auto".
Se il capoluogo senese è in linea con l’Umbria per Creti, non tutta la provincia è sulla stessa lunghezza d’onda. Nel piano strutturale dei comuni della Valdichiana è stata inserita la previsione urbanistica della nuova stazione a Montallese, dove si intersecano le linee ferroviaria veloce e lenta (quindi ferro-ferro) e l’A1 è a due passi. E c’è anche un comitato che a Chiusi si è schierato contro la nuova realizzazione e spinge per potenziare l’attuale scalo con fermate del Frecciarossa, da realizzarsi insieme a quello di Arezzo. Ma senza nuove megastazioni.