ANDREA LUPARIA
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La strage di San Terenzo Monti Nel ’44 trucidati 159 innocenti Il miracolo, l’amore dopo l’odio

Significativa la presenza di Tomas Keller, borgomastro di Engelsbrand, in segno di pace. L’abbraccio con due sopravvissute. Una di loro: "Avevo 11 anni, fui salvata dal parroco".

La strage di San Terenzo Monti Nel ’44 trucidati 159 innocenti Il miracolo, l’amore dopo l’odio

di Andrea Luparia

FIVIZZANO (Massa Carrara)

A San Terenzo Monti ieri mattina c’erano i gonfaloni dei comuni della provincia di Massa Carrara (ma non solo), dell’Associazione nazionale alpini, dell’Associazione carabinieri e dell’Anpi. Qualcuno dei presenti aveva il fazzoletto al collo ma era un bel tricolore. Solo una donna con i capelli bianchi, aveva un fazzoletto rosso. E c’erano anche diversi tedeschi. In più alla Messa celebrata a Valla da monsignor Antonio Vigo, cappellano militare, c’erano proprio tutti, cattolici praticanti e laici. In tutto oltre 200 persone. Tutti insieme nel luogo dove si svolse la strage che il 19 agosto 1944 costò la vita a 159 persone, quasi tutti vecchi, donne e bambini. Tutti civili, assassinati per rappresaglia dalle SS. Agnese Pini, direttrice del Quotidiano nazionale (La Nazione, il Resto del Carlino e il Giorno), ha parlato alla fine della Messa come oratrice ufficiale della cerimonia.

Ma partiamo dai tedeschi. Anche questo anno, in questa frazione della Lunigiana immersa nel verde, in una giornata calda, come deve essere stata quella del 1944, accanto agli amministratori di Fivizzano, Licciana Nardi, Casola, La Spezia, Carrara e Sant’Anna di Stazzema, c’era la delegazione giunta da Engelsbrand, in Germania. Una quindicina di ospiti (quasi tutto il consiglio comunale), guidati dal borgomastro Tomas Keller. Quasi commovente sia l’applauso riservato al borgomastro, per venire incontro all’emozione dell’oratore, sia l’abbraccio tra lui (quarantenne) e due anziane che nel 1944 c’erano.

Applausi importanti, dato che la strage venne compiuta dal tedeschi del "16esimo Aufklarung Abteilung" il Reparto Esplorante della 16esima Divisione SS Reichsfhur guidata dal maggiore Walter Reder. Lui e i suoi subalterni erano a pranzo, quando entrò un soldato e fece vedere all’ufficiale un foglio che lui firmò. Era l’ordine di uccidere i 160 ostaggi presi a San Terenzo Monti e a Valla: tra questi anche moglie e figli dell’oste che, suo malgrado, li stava servendo. La prima cerimonia alle 9,30, quando a Bardine è stata deposta una corona al monumento che ricorda gli italiani assassinati dai tedeschi perchè il giorno prima i partigiani avevano colpito un reparto nazista che stava portando via il cibo ai civili per portarlo nella caserma delle SS a Fosdinovo. Morirono 16 soldati. Poi una sosta al cimitero e il corteo fino a una casetta davanti alla chiesa di San Terenzo. Qui Don Michele, nel 1944 parroco del paese, stava dando da mangiare ai conigli. Con lui una bimba di 11 anni che due giorni prima aveva visto i genitori uccisi dai tedeschi. Monsignor Vigo ieri ha letto cosa avvenne. A descrivere l’accaduto era stata la bambina: "Sentimmo i soldati che marciavano. Il parroco mi spinse in mezzo alle gabbie e disse di nascondermi. Entrarono due tedeschi. Lui disse solo “Sia lodato Gesù Cristo“. Gli spararono. Io usciii urlando e un tedesco mi indicò il corpo dicendo “Lui capo dei partigiani".

Poi il corteo è giunto a Valla. Qui il sacerdote ha ricordato una scrittrice tedesca che ha visto parte della famiglia fucilata perchè complice dell’attentato a Hitler e parte colpevole di stragi. Dopo il saluto del sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti e le parole del borgomastro, che si è augurato di proseguire questo percorso di pace, ha parlato Roberto Oligeri, il cerimoniere figlio dell’oste che servì il pranzo, che ha proposto di conferire la cittadinanza benemerita ad Agnese Pini e a Marco De Paolis, il Procuratore Generale della Corte d’Appello Militare a Roma, nei primi anni Duemila, riaprì alla Procura Militare di La Spezia i processi alle SS.