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L’Ateneo per stranieri: "Insieme senza frontiere. Qui il pensiero è libero"

Siena, il rettore Tomaso Montanari cita don Milani e Martin Luther King "Crediamo a un’università che formi all’esercizio del pensiero critico".

Ci sono stati tanti momenti frizzanti in una cerimonia ricca di messaggi, contenuti, annunci e colpi di scena. Come è stata quella dell’apertura dell’anno accademico dell’Università per Stranieri di Siena. Il preludio è stato affidato al professor Bora Asvar, che ha letto, in turco, “la dodicesima lettera a Taranta Babu“, del poeta Nazim Hikmet, contro la guerra di conquista degli italiani in Abissinia. Un atto di accusa contro la campagna voluta dal Duce e dal maresciallo Graziani, con tanto di uso di gas nervino per uccidere più o meno mezzo milione di etiopi.

Anche la relazione del rettore dell’ateneo, Tomaso Montanari, è stato prima di tutto un inno alla decolonizzazione. "Un professore che è insieme curdo, turco e italiano, legge e traduce in italiano versi turchi nei quali parla un giovane africano, in Italia. Questa è la vita quotidiana dell’Università per Stranieri di Siena: traduzione, comparazione, mediazione. Vederci con gli occhi degli altri, imparare a scambiarci gli sguardi, studiare ogni giorno come i confini ci attraversino".

A Siena può accadere, nel corso della cerimonia, che un rettore sulfureo come Montanari sia prodigo di complimenti e ringraziamenti nei confronti della ministra Anna Maria Bernini. Che, da esponente di Forza Italia, difese la sua decisione di non esporre all’Università le bandiere a mezz’asta per la morte di Silvio Berlusconi. "Noi crediamo a una università che formi alla disobbedienza: intesa come esercizio, non condizionato e non sorvegliato, del pensiero critico", ha detto Montanari, citando don Milani. E focalizzando la sua relazione sulle tante finestre sul mondo, tradotte in insegnamenti di lingue, nell’ateneo senese. "Martin Luther King ha detto che l’autonomia universitaria è una realtà odierna perché anticamente Socrate praticò la disobbedienza civile. Noi crediamo che avesse ragione".

E’ stato un inno alla libertà, il discorso di apertura del rettore. "Casa mia, casa tua che differenza fa?: perfino al Festival di Sanremo ha fatto irruzione la questione centrale del nostro tempo; un italiano che canta in arabo ha mostrato al Paese quello che il Paese è già". Montanari cita la canzone di Ghali per ribadire che "alla Stranieri studiamo che non c’è differenza morale, e che le differenze culturali invece ci sono, per fortuna".

Discorsi alti e dati più prosaici. Come quelli del diritto allo studio. "Stiamo cercando, nei limiti delle nostre possibilità, di valorizzare il diritto allo studio; per il 2024 il Governo ha messo una somma record per le borse di studio, 850 milioni di euro. Siamo partiti con questo possiamo fare meglio", ha detto la ministra Bernini. Contemporaneamente, il rettore Montanari affermava: "Abbiamo bisogno di due grandi mense universitarie: a una popolazione di 23mila studenti, devono essere garantiti almeno 4000 pasti, anche serali. So che il sindaco è d’accordo, pensiamo sia strategico non solo per le due università, ma anche per la città". La ministra dell’Università ha tenuto testa alla contestazione di una decina di esponenti del Comitato Siena per la Palestina. Che hanno alzato cartelli ’Meno armi più borse di studio’. "Non mi devo vergognare di nulla come voi non vi dovete vergognare di nulla. Urlare è facile, ascoltare è più difficile". Marco Carrai, console di Israele, ha inviato una nota sulle proteste senesi per la Palestina libera. "Occorre vigilare - è la sua conclusione - perché dietro al pensiero unico si nasconde la follia della ragione".