Quattro luoghi e quattro leggende a Firenze

Posti da visitare a Firenze legati a storie che si tramandano

Fonte: ph Saiko (GNU Free Documentation License)

Firenze, 17 gennaio 2018 - Per i turisti o i fiorentini che vogliono scoprire quattro luoghi che non siano i soliti monumenti cittadini, ecco i consigli per un tour alternativo legato a quattro leggende. Palazzo Budini – Gattai Al civico 51 di via de’ Servi, si trova il palazzo-monumento che per molto tempo ha ospitato la sede della Regione Toscana. Ma questo luogo è interessante per altre ragioni: per una delle sue finestre che rimane sempre aperta. Leggenda narra, infatti, che dopo il matrimonio del giovane Grifoni, figlio dell’ex proprietario del palazzo, i due sposi novelli, andarono proprio a vivere tra queste mura. Ma il giovane marito venne chiamato alle armi, la moglie devota lo aspettò affacciata a quella finestra ogni giorno, anche se lui non fece mai ritorno. Quando anche lei passò a miglior vita, i parenti provarono a chiudere la finestra; si narra che tutto intorno iniziò a tremare e da allora, nessuno provò più a richiuderla. Il monumento di Ferdinando I de’ Medici In piazza Santissima Annunziata, date uno sguardo al monumento equestre dedicato al figlio di Cosimo I e di Eleonora da Toledo; la statua, collocata in modo da essere visibile anche da piazza del Duomo è opera del Giambologna e completata, dopo la sua morte, dall’allievo Piero Tacca. Sul piedistallo in bronzo è scolpito uno sciame di api, al centro del quale l’ape regina, con il motto “Maiestate tantum”, con una serie di cerchi concentrici sfalsati. Leggenda narra che sia impossibile contare il numero delle api scolpite ma se qualcuno, senza toccarle, ci riuscisse, avrà grande fortuna dalla sua parte. La “Berta” Sulla parete della chiesa di Santa Maria Maggiore (dalla parte di via de’ Cerretani), si noterà la faccia di una donna che fa capolino: è il volto pietrificato de “La Berta”, una donna la cui storia risalirebbe almeno alla prima metà del 1300. Si narra che Cecco D’Ascoli, medico alchimista condannato per stregoneria, mentre veniva portato al rogo, venne insultato mentre chiedeva dell’acqua, proprio “dalla Berta” che alla sua richiesta d’aiuto rispose: «Se beve, non brucerà più!». Cecco, indignato e offeso, lanciò una maledizione alla donna che si pietrificò. Pietra dello Scandalo Sotto la loggia del Mercato Nuovo (o Loggia del Porcellino), se si abbassa lo sguardo al centro del pavimento, si vedrà la “Pietra dello Scandalo” o “Pietra dell’acculata” (quella che si vede è un rifacimento del 1838) che riproduce a grandezza naturale una delle ruote del Carroccio, simbolo della repubblica fiorentina. Esattamente in questo punto venivano pubblicamente puniti, all’epoca del Rinascimento, i debitori; la condanna era molto dura: i malcapitati venivano prima incatenati, poi gli si abbassavano i calzoni e, ripetutamente, si sbattevano con le natiche proprio in quel punto. Da questa usanza sarebbero nati alcuni modi di dire popolari come «essere con il culo a terra», riferito alla “caduta in disgrazia” o «sculo» in un momento di particolare sfortuna.