GLORIA PERUZZI
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L’infinito nelle parole di Vecchioni "Fare resistenza con la cultura"

Il tour del cantante sbarca a Cavriglia. "Ricordo ancora il primo disco, per l’emozione di cantare persi la voce"

L’infinito nelle parole di Vecchioni "Fare resistenza con la cultura"

di Gloria Peruzzi

CAVRIGLIA (Arezzo)

Roberto Vecchioni, uno dei più amati cantautori italiani, la cui attività di musicista si intreccia con quella di scrittore, poeta e insegnante di italiano, greco e latino, arriva a Cavriglia con "L’infinito tour" domani, 3 agosto (piazza Berlinguer, ore 21) in occasione del Festival Orientoccidente e delle Feste del Perdono (il 4 agosto è a Festambiente di Rispescia, Grosseto): "È proprio infinito - dice - non so perchè quest’anno è scoppiata un’epidemia di gente che vuole i miei concerti. Abbiamo molte date".

Vecchioni, ha festeggiato da poco i suoi ottant’anni, come vive questo tempo?

"Molto bene. Sto bene fisicamente e sentimentalmente. Ho persone vicine che mi vogliono molto bene. Mia moglie è una persona straordinaria, i miei figli e le mie nipotine, anche. Ho molti amici. A parte la morte di mio figlio che mi ha capovolto la vita, tutto il resto tenta di salvarmi".

Sogni e ideali sono stati al centro della sua esistenza che significato assumono oggi?

"Sono cambiate molte cose, da giovane avevo la semi-certezza che il mondo potesse cambiare in meglio, oggi ho solo una vaga speranza. Pane, economia e potere, ormai il mondo è costruito così. Non ci rimane che fare resistenza con la cultura, l’amore per l’ecologia e per tutti i sentimenti buoni".

Il ricordo professionale più bello?

"Forse il primo disco, perchè non credevo di arrivare a inciderne uno. Avevo ventisette anni e l’ho fatto in tre giorni. Ero così emozionato che il secondo giorno, quando dovevo cantarlo, mi è andata via la voce".

La spaventa che sia l’intelligenza artificiale a scrivere canzoni?

"No, per niente, ma sono dispiaciuto per l’umanità".

Cosa le piace di Roberto Vecchioni?

"Tante cose. Sono un curioso pazzesco, la disponibilità e il senso dell’amicizia, la qualità più bella di un uomo".

Il suo peggior difetto?

"Sono permaloso e non mi piace perdere".

Come sta la canzone d’autore italiana?

"È cambiata insieme alla comunicazione: svelta, rapida, veloce. Oggi servono poche parole che arrivino di colpo con due o tre temi, la rabbia, il sesso travolgente. Non si può certo pensare che oggi vengano fuori nuovi De Andrè o Guccini".

Qualcosa di nuovo che le piacerebbe fare?

"Scrivere musica per un film, ne avrei tanta voglia. Me lo chiedessero ora, però, non avrei tempo da dedicarle".