
L’ombelico che fece girare il mondo Lo stile della Carrà in una mostra
LUCCA
Lamè, paillettes e frange per ricordare lei, l’unica, che dettò legge anche nella moda e sconvolse gli “equilibri“ mostrando per la prima volta l’ombelico – senza volgarità alcuna – in quel lontanissimo 1970. Sono trenta gli abiti di scena appartenuti al caschetto biondo, l’eterna Raffaella Carrà, realizzati tra il 1978 e il 2008 che resteranno in mostra a ingresso gratuito fino a sabato 24 giugno. “Com’è bello far la moda“ rievocando l’immortale refrain di un brano che cavalca ogni epoca, è il titolo dell’eccezionale esposizione visitabile gratuitamente al Teatro del Giglio tutti i giorni dalle 11 alle 18.
Un omaggio senza se e senza ma a un’icona per stile, simpatia, professionalità, scomparsa due anni fa, il 5 luglio del 2021, e che anticipa la prima edizione del Lucca Fashion Week(end) (in programma venerdì e sabato), la due giorni dedicata alla moda e all’artigianato che accenderà le vie lucchesi. Manichini, abiti di scena e bozzetti per raccontare l’evoluzione del costume televisivo e lo stile di un mito senza tempo del varietà. Sono costumi di scena, indossati da Raffaella nel corso della sua carriera artistica, che identificano le sue cifre stilistiche, in un continuo susseguirsi fra costume e moda e un look unico e sempre riconoscibile che ha anticipato le mode e dettato le tendenze.
Gli abiti esposti sono stati realizzati tra il 1978, con il programma “Ma che sera” e il 2008, con la quarta edizione di “Carramba che Fortuna”. Essi appartengono all’Archivio privato di 2 salernitani: Giovanni Gioia e Vincenzo Mola che grazie alla loro passione per il collezionismo e per l’icona Carrà ne hanno raccolti 350. Disegnati da grandi professionisti del mondo dello spettacolo come Corrado Colabucci, Luca Sabatelli, Graziella Pera e Gabriele Mayer, rappresentati un patrimonio culturale e artistico che racconta ai visitatori la storia del costume della televisione e lo stile del personaggio “Carrà” con le sue eleganze maliziose e gli eccessi indossati con ironia.
In questa esposizione saranno protagonisti, non solo il bianco, il nero e il rosso, ma anche colori dalle tonalità brillanti e decise; non solo paillettes e cannette multicolor, ma anche plissettature ,cristalli e lustrini. A completare l’iter di questo viaggio nello stile saranno esposte 30 riproduzioni di bozzetti, alcuni appartenenti all’Archivio del costumista Stefano Rianda, collaboratore di Corrado Colabucci. Occasione ghiotta per un tuffo in un passato che non passerà mai.
Laura Sartini