Luca Ward, la voce del Gladiatore "I ’no’ sono maree, mi sono difeso"

Il noto doppiatore racconta il suo mestiere nel “Talento di essere tutti e nessuno“. Stasera a Ponsacco

Luca Ward, la voce del Gladiatore  "I ’no’ sono maree, mi sono difeso"

Luca Ward, la voce del Gladiatore "I ’no’ sono maree, mi sono difeso"

di Ilenia Pistoiesi

PONSACCO (Pisa)

La voce inconfondibile di Luca Ward incanterà piazza Valli a Ponsacco (Pisa) per il festival Concerti nella Repubblica, evento in collaborazione con Aida Produzioni. Stasera alle 21.30 andrà in scena Il talento di essere tutti e nessuno per la regia di Luca Vecchi e le musiche di Yonis Bascir.

Ward, lo spettacolo nasce dalla sua autobiografia “Il talento di essere nessuno“: quando, un attore e doppiatore del suo calibro, decide di spogliarsi dalle vesti del mestiere per mettere a nudo spaccati di vita e di professione?

"E’ un progetto che cullavo da anni. Ho avvertito l’esigenza di spiegare il nostro lavoro".

Perché?

"E’ un mestiere come tutti gli altri: da fuori tutto sembra bello, sembra che gli attori vivano in un mondo magico di villone, piscine, feste. Ma siamo persone, che hanno figli, genitori, nipoti, problemi".

E dove risiede il talento di essere tutti e nessuno?

"E’ una presa in giro verso me stesso. Tutti recitiamo una parte e la cosa più ardua è essere sé stessi, in un’era che guarda all’omologazione. Ma il titolo dello spettacolo vuol dire anche concedersi il lusso di dissolversi".

Nello spettacolo verrà abbattuta la quarta parete: cosa accadrà?

"Porterò il pubblico sul palco, doppieremo insieme personaggi cattivi, che ho spesso interpretato o doppiato, e doppieremo grandi film. La gente si diverte, partecipa. Dopo la pandemia c’è un bisogno estremo di teatro".

Insomma, sarà uno spettacolo-laboratorio.

"Esatto. Durante la pandemia mi hanno proposto spettacoli in streaming. Ho detto no, il teatro è altro, è contatto. E il nostro mestiere è, come altri, fatto di parabole discendenti e ascendenti. Mi sono arrivati tanti treni addosso, ho combattuto e mi sono difeso, perché i no arrivano e sono maree che travolgono".

Il doppiaggio italiano ha fatto scuola: quali sono oggi gli ingranaggi che muovono il mestiere?

"Sono purtroppo cambiate molte cose. E’ un lavoro più massificato. Non si lavora più insieme e questo penalizza tanti giovani doppiatori che non hanno l’opportunità, come l’ho avuta io, di stare a contatto con i giganti. Un doppiatore in un giorno fa il lavoro che anni fa lo stesso doppiatore faceva in dieci giorni". “Al mio segnale, scatenate l’inferno“: questa frase del film Il Gladiatore, con la sua voce prestata a Russell Crowe, è linguaggio quotidiano.

"Mentre doppiavo il film, non avrei mai immaginato della potenza che avrebbe scatenato quella precisa battuta. E mi viene in mente Ferruccio Amendola: “Un doppiatore deve avere la capacità di dire una frase come nessun altro la direbbe“".