L’ultimo tuffo di René a Monte Argentario: La famiglia dice sì all’espianto degli organi

Un tragico incidente in mare a Monte Argentario ha portato alla morte di René Mantovani, 21 anni, residente a Terni. La sua famiglia ha dato il consenso all'espianto degli organi.

Un tuffo, l’impatto con la testa, la perdita di conoscenza, i disperati tentativi di rianimarlo prima in spiaggia e poi in ospedale a Siena dove era arrivato sabato con "Pegaso" e poi, nella tarda serata di domenica, il tragico epilogo: il fisico di René Mantovani, 21 anni, residente a Terni, non ha retto alle gravissime lesioni – probabilmente la frattura dell’osso del collo – e si è arreso. Le sue condizioni erano apparse disperate da subito, da quando cioè il medico del "118" lo aveva soccorso sulla spiaggia di Feniglia dove il giovane era in vacanza come faceva da quando era bambino. Conosceva bene quel tratto di litorale dove sabato aveva trascorso la giornata con alcuni amici. Intorno alle 19.30 ha deciso di fare un bagno e ha raggiunto la pedana in vetroresina ancorata a poche decine di metri dalla riva, dove il fondale resta comunque basso. La pedana viene usata di solito come prendisole, ma non è inusuale che diventi la base per un tuffo, soprattutto da parte dei bambini. Il ventenne si è tuffato facendo – pare – una capriola, impattando però con la testa o sulla pedana o sul fondale, perdendo quasi subito conoscenza. Portato a riva da un amico è stato rianimato dai bagnini con il defibrillatore più di una volta fino al decollo di Pegaso verso l’ospedale di Siena.

La tragedia, oltre alla comunità quella argentarina, ha sconvolto la città di Terni dove sia lui che la madre Chiara, psicologa, erano molto conosciuti. "Abbiamo avuto il privilegio di conoscerti e assaporare la tua compagnia, ma è durato troppo poco. Te ne sei andato vivendo, quello ci consola...". è il messaggio che una delle insegnanti del Liceo "Galilei" che aveva frequentato ha postato ieri pomeriggio su facebook. "Guardaci dall’alto, continua a parlarci e a farci sorridere", scrive un amico fraterno in una storia su Instagram. I familiari hanno dato il consenso all’espianto degli organi.