Ma l’erosione non si ferma. Il comparto è in ginocchio

Marina di Massa, persi 100-150 metri dal dopoguerra. Ripascimenti insufficienti

Ma l’erosione non si ferma. Il comparto è in ginocchio

Ma l’erosione non si ferma. Il comparto è in ginocchio

Le ultime mareggiate hanno lasciato il segno sulla costa apuana. Oltre ai danni agli stabilimenti balneari si registra una ulteriore scomparsa di spiaggia. Il fenomeno dell’erosione, a Marina di Massa, da Poveromo alla Partaccia, avanza inesorabilmente e finora sono serviti a poco gli interventi messi in atto – scogliere e ripascimenti – per bloccare l’emorragia. Nel mirino c’è il porto di Marina di Carrara, un ‘fattore’ della vita politica, economica e ambientale della provincia. Un fattore divisivo. Da una parte gli interessi economici (di Baker Hughes, il principale ‘sponsor’ del porto, del marmo e della nautica) e dall’altra gli interessi ambientali e turistici (spiaggia, stabilimenti balneari e tutto il comparto economico legato al turismo del mare). Difficile se non impossibile far conciliare le due cose. Eppure una ’convivenza’ va trovata che non può essere però quella in atto da decenni perchè i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’’erosione della spiaggia a Marina di Massa ha pochi eguali. parliamo di 100-150 metri dal dopoguerra a oggi.

Occorrono interventi, quindi, ma che abbiano una efficacia duratura nel tempo. E’ quanto chiedono i balneari, gli ambientalisti e le categorie economiche che ruotano attorono al turismo del mare. Ma mentre l’erosione continua imperterrita, al vaglio del Governo c’è il nuovo Piano regolatore del porto che prevede un ulteriore ampliamento. La soluzione? Un ripascimento su tutta la costa tramite un protocollo d’intesa, siglato alla Camera di commercio Toscana nord ovest, tra i sindaci di costa, le Regione e l’Autorità portuale. Si tratta dello spostamento della sabbia mediante dragaggio dal settore sud del porto di Viareggio, da Forte dei Marmi sud e da Marina di Pietrasanta verso Marina di Massa, con l’obiettivo di ripristinare le spiagge perdute, di contrastare i fenomeni di disequilibrio del settore compreso tra le foci dell’Arno e del Magra e di contribuire all’ampiezza ideale dei lidi sabbiosi, compresa tra 130 e 140 metri. A sua volta il porto potrà mettere a disposizione le masse di sabbia che è tenuto ad allontanare per garantire i fondali per il sistema costiero costiero turistico, fatti salvi i requisiti di qualità ambientale e dei materiali dragati.

"C’è un problema – sottolineano ambientalisti e balneari – ed è quello che l’erosione non si ferma – e con l’ulteriore ampliamento del porto non può che aumentare – e che con le mareggiate qualsiasi ripascimento dura il tempo di un’estate o due. E poi risiamo daccapo".

Luca Cecconi