I cibi scaduti si possono mangiare se "sembrano" ancora buoni? E in estate, con le temperature così elevate, come vanno conservati gli alimenti per non mettere a rischio la propria salute? Domande banali, ma di cui non tutti conoscono le risposte corrette. La regola numero uno è seguire sempre le indicazioni riportate sulle etichette. Se un alimento va conservato in luogo ‘fresco e asciutto’, non si può lasciare ad una temperatura ambiente che nelle case difficilmente scende sotto i 20 gradi (figuriamoci in questo periodo). Attenzione anche alla scadenza, che può essere più o meno ‘perentoria’.
Il Tmc, cioè il termine minimo di conservazione, corrisponde infatti all’indicazione "da consumarsi entro", mentre si può trovare in etichetta anche la frase "da consumarsi preferibilmente entro". Qual è la differenza? "Nel primo caso non si deve consumare mai il cibo oltre la data indicata perché può diventare pericoloso per la nostra salute", risponde Luca Cianti, direttore area sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare Asl Centro Toscana. "Va buttato via, anche se al gusto o all’odore sembra buono da mangiare". "Se invece sull’etichetta è scritto ‘preferibilmente entro il’ significa che non ci sono motivi ragionevoli da supporre che l’alimento ci possa fare male, anche se consumato dopo la data indicata. Se si consuma dopo quel termine, non si garantisce però che il prodotto abbia mantenuto le proprie caratteristiche, in primo luogo organolettiche e poi nutrizionali". Comunque, anche se in etichetta troviamo l’indicazione ‘preferibilmente entro’ "è meglio evitare di far passare troppo tempo dalla data scadenza. I 30 giorni non fanno certo la differenza, ma non è consigliabile aspettare anni. Vale anche per lo zucchero o la farina, in quanto la carta della confezione si può deteriorare e quindi consentire il passaggio di batteri e parassiti all’interno".