ANGELA BALDI
Cosa Fare

“Vi racconto le tragedie familiari”, Popolizio in scena al Petrarca

Dirige e interpreta lo spettacolo Uno sguardo dal Ponte di Miller

Massimo Popolizio

Massimo Popolizio

Arezzo, 28 febbraio 2023 – Un grande racconto teatrale con la potenza espressiva del film. E’ quello che andrà in scena stasera e domani alle 21 al Teatro Petrarca di Arezzo. Protagonista e regista di Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller, Massimo Popolizio. Al centro del racconto la passione e il destino e un’azione che è tutta raccontata in un lungo flash-back, in puro stile hollywoodiano. Eddie Carbone, il protagonista, entra in scena quando tutto il pubblico già sa che è morto.

Interprete e regista, Massimo Popolizio mette in scena un testo che assomiglia molto a una sceneggiatura cinematografica, come?

“E’ un testo teatrale nato nell’epoca dell’actor studio, è uno spettacolo estremamente veloce, dura un’ora e mezzo ma è di grande complessità e intensità. E’ fatto di inquadrature, primi e secondi piani e non lascia spazio al “teatrese” e agli stereotipi. E’ un testo forte cosparso però di ingenuità, abbiamo cercato di depurarlo da questa ingenuità focalizzandoci sulla storia che racconta”.

Uno sguardo dal ponte trae ispirazione da un fatto di cronaca nera dal quale l’autore americano restò profondamente turbato. L’allestimento di Popolizio amplifica i temi scottanti e sempre attuali che segnano il destino dell’onesto scaricatore di porto Eddie Carbone: una passione erotica proibita e incontrollabile, in un contesto di povertà e immigrazione.

Messo in scena per la prima volta nel 1955, poi soggetto di film, serie televisive, come fa questo testo ad essere sempre attuale?

“E’ attuale perché è la discesa agli inferi di Eddie Carbone a causa di un amore impossibile, vive un transfert affettivo per la giovane nipote. Drammi e patologie familiari sono presenti ancora oggi. Lo spettacolo è serio ma a tratti anche tragicomico, sono messi in luce aspetti patologici che possono apparire estremi e umoristici. Come la visione distorta e ingigantita della realtà che ha il protagonista quando la sua passione prende il posto della razionalità e lo spinge a far passare un ragazzino biondo che balla e canta per gay per la paura che possa portare via di casa la nipote”.

Il titolo dell’opera si riferisce alla prospettiva di una vita migliore nella quale una comunità di immigrati siciliani a Brooklyn, al centro della vicenda, riponeva le proprie speranze, guardando al di là del ponte, verso Manhattan, che tipo di amore racconta?

“La storia parte da un fatto di cronaca che colpì Miller, nello spettacolo c’è molta Sicilia e il racconto di come le passioni possono essere vissute in modo viscerale, furente, quasi da tragedia greca dove l’amore è amplificato a mille ma è anche una dinamica interna alla famiglia, che dilania le persone. Per amore si muore cosa che fa Eddie Carbone. Tutto questo avviene in un microcosmo a Brooklyn abitato solo da italoamericani”.

Attore di teatro, cinema, tv, doppiatore, quel è il valore aggiunto del palcoscenico?

“Il teatro lo devi fare tutte le sere in diretta, dal vivo. Come interprete devi essere in forma e lasciare i tuoi problemi fuori. Se non ti senti bene o hai avuto un litigio devi cancellare tutto perché alle 21 si va in scena”.

Questo spettacolo ci è andato molte volte…

“E’ uno spettacolo longevo che quest’anno tocca 16 città e altre 7 il prossimo anno, 80 le repliche. Prevede una condizione fisica ottimale, in tutto quasi 5 mesi di lavoro. Ma ci vuole anche generosità nei confronti del pubblico che viene a teatro, dobbiamo mettercela tutta ogni sera per offrire il meglio”.

Sarà sul palco del teatro Petrarca stasera e domani, era mai stato in città?

“Varie volte, l’ultima con “Il Prezzo” sempre di Miller, torno volentieri”.