
Mr. Rain e quella voglia di lottare "Siamo tutti un po’ supereroi"
di Andrea Spinelli
Ammette di vivere un sogno… senza la minima voglia di svegliarsi il Mr.Rain di “Supereroi” nell’attesa di portare il suo spettacolo martedì prossimo a Cinquale, sul palco dell’Arena della Versilia, e mercoledì a Follonica su quello del Parco Centrale. Estate di concerti e non di dischi per lui. Con una pressione creativa inversa a quella barometrica, infatti, dice di essere ancora il ragazzo che scrive le sue canzoni migliori quando piove. "Sto provando a cambiare, ma non è facile" - ammette Mattia Balardi, come si chiama all’anagrafe di quella Desenzano del Garda dov’è nato 31 anni fa, tornato in radio a maggio con una “La fine del mondo” a tu per tu con Sangiovanni seguita dalla “Per sempre ci sarò” inserita nella colonna sonora del kolossal animato Disney-Pixar “Elemental”. "I concerti mi hanno fatto capire che, dopo l’esperienza di Sanremo, il mio pubblico è cambiato; con la comparsa dei ragazzini e delle famiglie è diventato più intergenerazionale e questo contribuisce a creare magia".
Andrà avanti fino a settembre.
"Resto in tournée tutta l’estate e a novembre mi aspetta addirittura il Forum di Assago. Non pensavo fosse possibile per me raggiungere così tanti traguardi già quest’anno. Avere la band mi regala la soddisfazione di fare concerti tutti suonati, lasciando alle basi preregistrate solo qualche effetto non replicabile".
Certe volte Sanremo lega a doppio filo l’artista al pezzo portato in gara mettendo in ombra il resto del suo repertorio. Succede pure a lei o no?
"All’Ariston ho portato una canzone delle mie, niente di più e niente di meno. Questo ha fatto sì che il nuovo pubblico sia andato ad ascoltarsi il repertorio passato e l’abbia trovato in linea con ‘Supereroi’ facendolo suo alla stessa maniera”.
Quelli che la fermano per strada, cosa le chiedono?
"Mi raccontano come ‘Supereroi’ s’è fatta strada nelle loro vite. In buona parte ragazzi e ragazze che, nel momento di difficoltà, hanno trovato la forza di chiedere aiuto. Proprio come accaduto a me".
Chi è stato in famiglia a trasmetterle la passione per la musica?
"Mia madre Francy, che suona pianoforte e chitarra proprio come me. Ora sto studiando il violino, ma da autodidatta sobbarcandomi ore e ore di tutorial davanti allo schermo. Quando scrissi ‘I grandi non piangono mai’ non ebbi il coraggio di fargliela ascoltare, ma gliela lasciai sull’impianto dell’auto con una lettera in cui spiegavo che era dedicata a lei".
Un sogno mostruosamente proibito?
"Avere sul palco il mio idolo assoluto, Eminem… perché, se uno sogna, deve farlo in grande".
Già, ma scegliendo un artista un filino meno impegnativo?
"Stimo moltissimo Ultimo, di cui apprezzo l’umanità e la scrittura. Penso che sarebbe figo fare qualcosa assieme".
Tornando a Sanremo, l’anno prossimo ci riprova?
"Vedremo. Al momento, però, il pezzo giusto per il Festival nel cassetto non ce l’ho".