
Niente tartufo: "Ormai la terra è troppo secca"
SAN MINIATO (Pisa)
Tutto, a primavera, lasciava presagire un quadro ben diverso a quello che si sta palesando. Del resto anche i segnali in estate erano stati ottimi: abbondanza di tartufo scorzone, ottima qualità, pezzature interessanti. Le piogge primaverili sono il vero toccasana anche per quello che poi sarà il tartufo d’autunno, il prelibato bianco. Invece, poi, è successo qualcosa. Ce lo spiega Luca Fontanelli, una vita nei tartufi con l’azienda “Gazzarrini“ che spedisce il più prezioso frutto dei boschi in tutto il mondo. "Si è spalancata davanti un’estate con picchi di temperature altissime – dice – E totale assenza di piogge. Il terreno arido ha frenato la proliferazione dei tartufi nel momento decisivo. Troppa abbondanza di vento e sole". "Poi siamo arrivati ai giorni chiave – aggiunge –: un settembre di pienissima estate e un inizio di ottobre nel quale la gente ha continuato a fare i tuffi al mare. Questa non è stagione di tartufo". E le colline sanminiatesi, negli anni buoni, ne sfornano 30 quintali tra bianco, nero e marzolino. Oltre il 50% va all’estero. "Quando scocca l’autunno – conclude Fontanelli – servono temperature da 10-12 gradi e brinate mattutine". Se arriveranno le piogge? "L’acqua di oggi mostra i benefici almeno dopo due settimane". Il 2023 rischia di essere peggio del drammatico 2022. Qualità eccellente, ma raccolta nera. Solo il prezzo, per ora, non decolla: siamo tra 1500 e 2500 euro al chilo.
Carlo Baroni