Piccoli monumenti dal grandissimo significato. Le pietre d’inciampo sono questo: servono a ricordare a tutti il dramma delle deportazioni naziste nel nostro Paese. A Empoli ce ne sono ben quaranta (in Toscana sono già 265) e ora la città ospiterà il Centro di documentazione del progetto toscano a loro dedicato. "Vogliamo che le pietre siano cosa viva, posizionarle e basta non sarebbe stato sufficiente – ha spiegato il presidente del consiglio comunale, Alessio Mantellassi, ieri durante il convegno partecipatissimo dal titolo “Pietre della Memoria: condivisione di esperienze sulle Pietre d’Inciampo in Toscana“ –. Per questo dal 2022 coinvolgiamo scuole e associazioni per raccontare e far raccontare".
Il dovere del ricordo, la comprensione del passato per non ripetere di nuovo gli stessi errori. I recenti fatti di cronaca rendono attuali questi momenti di riflessione: da una parte guerre sanguinose a due passi da casa nostra, dall’altra manifestazioni fasciste ancora in auge nell’Italia del 2024. "Essere qui a parlare del progetto Pietre d’Inciampo – sottolinea la sindaca Brenda Barnini – è necessario più che mai. Lo facciamo mentre leggiamo fatti di cronaca come l’adunata fascista dei giorni scorsi. In questo Paese non siamo ancora in grado di far rispettare i principi base della Costituzione, mettendo in atto strumenti che impediscano la riorganizzazione di gruppi fascisti e la loro manifestazione alla luce del sole. La memoria è una priorità sociale".
A fianco dell’amministrazione empolese ha lavorato anche l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti. Presenti ieri il presidente nazionale, Dario Venegoni, e quello dell’Empolese Valdelsa, Roberto Bagnoli: "Questo convegno è stato organizzato per fare un resoconto di quanto è stato fatto finora, ma anche per sottolineare l’importanza di valorizzare la memoria delle persone che con la loro vita hanno contribuito a realizzare la democrazia. Il loro sacrificio ha reso possibile la stesura della nostra Costituzione".
Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, non ha mancato l’appuntamento. "Con la pietra si ricorda la persona, si recupera l’identità, si dà un senso di memoria profondo. A poco a poco, le Pietre d’Inciampo partite da Colonia, in Germania, si sono diffuse in tutta Europa. Empoli è uno dei luoghi dove queste sono più diffuse. Faccio i miei complimenti a questa comunità e sono orgoglioso che questo lavoro della memoria possa andare avanti".
Francesco Storai