
Raffa e l’amore per la Maremma Carramba che sorpresa nacque qui
di Enrico Salvadori
Era il suo luogo dell’anima, qui hanno compiuto l’ultimo viaggio nell’agosto di due anni fa e riposano le sue ceneri. Raffaella Carrà amava visceralmente l’Argentario. Dove aveva trovato l’oasi di pace, un angolo di paradiso per riposarsi dalle fatiche dei tanti impegni tv. La villa è nella zona di Cala Piccola, Porto S.Stefano, una residenza che fu del grande artista Giò Pomodoro. E proprio qui, ammirando lo splendido panorama, che Raffaella, il suo compagno Sergio Japino e Brando Giordani genio della Tv ebbero l’ispirazione per il titolo di uno dei suoi programmi più famosi: Carramba che sorpresa. Questo scorcio di costa maremmana non era solo il suo buen retiro estivo. Appena poteva ci tornava, anche fuori stagione.
La incontravi spesso al bar, sempre sorridente e gentile. E la gente del luogo la considerava una di loro. Cala Piccola fu anche il suo rifugio nei primi mesi del terribile lockdown della fine inverno 2020. Passeggiata in giardino, la spesa con tutte le raccomandazioni anti contagio. Poi poco altro, vista la situazione. "Ma vedevo il mare, una natura fantastica e sono stata una privilegiata"- amava dire Raffaella. La Carrà aveva legato il suo nome a una rassegna locale di cinema: il Pop Corn Festival. Accettò di fare la madrina che premiava il corto più originale. Un legame stretto col territorio che caratterizzava anche il suo compagno Sergio Japino, presidente onorario del palio remiero dell’Argentario. Per capire chi fosse Raffaella, la sua bontà e l’attaccamento a questo paradiso, basta ricordare il gesto che lei fece poco prima di lasciarci, in un ultimo slancio di generosità. In passato aveva staccato un assegno per aiutare il parente di un disperso nel naufragio della Concordia, poi inviò tantissimo materiale scolastico da una cartoleria di Porto S.Stefano ai bambini terremotati dell’Aquila.
E ancora, nel periodo di pandemia effettuò una super donazione all’ospedale di Grosseto per acquistare un respiratore. Alla fine, grazie al suo aiuto che mobilitò tutti, ne vennero comprati addirittura due. Infine l’ultima telefonata al governatore della Misericordia di Porto S.Stefano. "Vorrei donarvi un mio immobile di 160 metri quadri a Porto S.Stefano, così potete farci le vostre attività". Il governatore tentò di ringraziarla ma lei disse che non c’era bisogno di farlo. Era un gesto che veniva dal cuore. Gli amici dell’Argentario hanno realizzato una lapide in marmo di Carrara al cimitero e hanno intitolato a Raffa un parco giochi. Artisticamente parlando la Carrà aveva fatto furore, in inizio carriera, anche in Versilia, alla Bussola ma soprattutto a Bussoladomani dove c’era un Sergio Bernardini che stravedeva per la sua poliedricità. Quel suo celeberrimo “Musica maestro”, che caratterizzava show e programmi della Carrà, resta solo un ricordo carico di malinconia.