FRANCESCO TOZZI
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Ruggiero e il concerto versatile "Brani da ogni parte del mondo"

La cantante in scena a San Giovanni Valdarno: "È giusto approfondire musiche di altri territori"

Ruggiero e il concerto versatile "Brani da ogni parte del mondo"

di Francesco Tozzi

SAN GIOVANNI V. (Arezzo)

Undici Festival di Sanremo, una vittoria nel 1978 con i Matia Bazar e una carriera da solista che l’ha consacrata come una delle voci simbolo della canzone italiana. Antonella Ruggiero non ha bisogno di altre presentazioni. Domani sera alle 21.30 si esibirà per la prima volta in piazza Masaccio a San Giovanni Valdarno, all’interno del festival Orientoccidente.

Ruggiero, cosa dobbiamo aspettarci?

"Sarà un concerto molto particolare. Roberto Olzer al piano e Roberto Colombo al vocoder e sintetizzatore permetteranno di ascoltare sonorità davvero insolite e suggestive per i brani che andrò a proporre. Ci saranno canzoni del mio repertorio e testi antichi, provenienti da ogni parte del mondo. Spero di far viaggiare il pubblico insieme a me".

Proprio un "concerto versatile", dunque.

"Nel mio mestiere è giusto approfondire musiche di altri territori e culture, diverse da ciò a cui siamo abituati".

Che rapporto ha con il pubblico toscano?

"Le persone sono sempre molto affettuose con me. Per un’artista è una fortuna sentire il calore e l’abbraccio degli spettatori. Significa che quando riesci a dare buona musica, il tuo lavoro ti viene restituito con affetto e gentilezza".

Parlando di territori, c’è sempre un legame con Genova?

"Genova resta impressa nei miei ricordi, perché vi ho trascorso l’infanzia e l’adolescenza. Poi a 22 anni mi sono trasferita a Milano e dopo ho iniziato a viaggiare per il mondo. Fa parte però delle mie radici, la mia ‘genovesità’ insomma resiste".

Nella sua vita ha sempre messo al primo posto la libertà.

"Oggi non è facile essere liberi. I condizionamenti piombano costantemente nella nostra vita e con l’inizio della rivoluzione digitale siamo diventati sempre più dipendenti dalla tecnologia. Sta a noi scegliere se diventare strumenti di un consumismo fine a se stesso che mercifica ogni aspetto delle nostre esistenze. Dobbiamo capire quello che è veramente utile e buttare via tutto il resto. Io lo faccio e sto meglio".

In rete impazzano video con centinaia di migliaia di visualizzazioni in cui ragazzi americani rimangono stupefatti dalle sue performance canore. Ne era a conoscenza?

"Sì, lo sapevo. Questo è un raro esempio in cui la tecnologia serve ad arricchire il bagaglio culturale delle persone. Sono felice di questo apprezzamento, è un fatto carino. È bello vedere che a distanza di generazioni, e per di più oltreoceano, si riscopra la musica italiana".

Cosa si aspetta dal suo futuro professionale?

"Con Roberto Colombo lavoro da quando lui ha prodotto i due dischi che ritengo più interessanti dei Matia Bazar, ovvero Tango e Aristocratica. Insieme ricerchiamo sempre lo stupore nella musica e al momento stiamo seguendo tre progetti contemporaneamente. Quando sarà il momento li faremo uscire. Il bello di lavorare con la nostra etichetta indipendente è che non abbiamo scadenze".