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Arezzo, 19 marzo 2025 – Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano per la 33ª edizione le Giornate FAI di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni.
Un’edizione speciale, in occasione dei cinquanta anni dalla nascita del FAI - fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – che anche attraverso le Giornate FAI di Primavera ribadisce la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali - oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni - con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano.
Le Giornate FAI rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti essenziali per affrontare un mondo libero. Un percorso di cittadinanza che coinvolge istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei.
“Da oggi e senza incertezza anche noi del FAI dobbiamo avere ancora più chiaro che ogni nostra azione sociale ed educativa debba concorrere al rafforzamento di una comune coscienza europea e affido dunque a questa edizione delle Giornate FAI del cinquantennale e alle 750 piazze italiane - che esse virtualmente rappresentano - l’auspicio che la nostra festosa, concreta e appassionata manifestazione del 22 e 23 marzo possa essere proposta, vissuta e percepita in questa ottica più ampia, più civile, più militante. Il mondo, e non solo noi europei, ne ha un immenso e drammatico bisogno. Viva l’Europa!” ha dichiarato Marco Magnifico, Presidente FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano.
Le Giornate FAI di Primavera anche in questa edizione attraverseranno il territorio italiano - da Nord a Sud del Belpaese, aprendo luoghi insoliti e normalmente inaccessibili oppure poco noti e valorizzati - per continuare assieme a meravigliarsi di fronte alla sorprendente vastità del patrimonio italiano, una festa con le persone e per le persone: 750 luoghi saranno infatti aperti in tutta Italia grazie a migliaia di delegati e volontari del FAI e agli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti - cittadini di domani - appositamente formati per raccontare le meraviglie del loro territorio. Una mappa italiana, variegata e inaspettata (elenco completo dei luoghi visitabili e modalità di partecipazione dall’11 marzo su www.giornatefai.it): borghi, palazzi storici, luoghi di ricerca e innovazione, di archeologia industriale, case private, botteghe e luoghi di antichi mestieri, luoghi che ci raccontano di altre culture, luoghi in cui è in corso un restauro, luoghi di natura e cultura. Saranno proprio le Giornate FAI di Primavera per due giorni a dare voce a tanti luoghi e a ricordarci di dar loro attenzione, per raccontare e valorizzare le meraviglie e i tesori nascosti che ci circondano, promuovendone la conoscenza, la cura e la tutela. Una missione culturale verso il patrimonio italiano che coinvolge tutti, perché appartiene a tutti.
Tra le tante aperture proposte, alcune saranno dedicate agli iscritti al FAI e a chi si iscriverà durante l’evento. Verranno inoltre riaperti luoghi particolarmente apprezzati e visitati nelle scorse edizioni. Ad ogni visita sarà possibile sostenere la missione e le attività della Fondazione con una donazione.
Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate. Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia.
Inoltre, fino al 30 marzo 2025 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Tiscali, Geny Communications e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da Convergenze e PosteMobile.
Ecco alcune delle aperture più interessanti in TOSCANA:
FIRENZE
Villa Vittoria: da dimora privata a palazzo dei congressi
Oggi sede di Firenze Fiera e solitamente chiusa al grande pubblico, la villa, appartenente al patrimonio della Regione Toscana, fu costruita tra il 1886 e il 1891 dalla famiglia Strozzi di Mantova su progetto di Gerolamo Passeri e fu modificata da Michelucci con l’aggiunta del belvedere nel 1925; a lungo residenza privata, è stata trasformata negli anni Sessanta del Novecento nel più grande complesso congressuale di Firenze. Circondato da ampio giardino con elementi di architettura contemporanea e installazioni, l’edificio è costituito da doppia fuga di sale separate da un salone centrale. Quasi nulla rimane degli arredi originali di fine Ottocento, ma si possono ammirare i soffitti a cassettoni su modello rinascimentale, le porte intarsiate su modelli di Feltrini e Vasari, e l'originale vetrata policroma, oltre ad alcuni interventi di arti applicate del Burchi, come ferri battuti, commesso lapideo dei pavimenti e stipiti lavorati. Comprata da Alessandro Contini nel 1931 (l'appellativo “Vittoria” fu voluto da Alessandro in omaggio alla moglie), la villa fu riarredata dagli architetti Gio Ponti, Tomaso Buzzi e Giulio Rosso, mescolando il moderno mobilio creato su misura con opere d'arte antiche e contemporanee organizzate con criterio museale. La collezione e il mobilio, oggi non più in loco, sono confluite principalmente alle Gallerie degli Uffizi e in alcune raccolte private, mentre si possono ancora osservare alcuni interventi moderni nei bagni e nelle anticamere. Nel 1964 gli eredi dei Contini Bonaccossi vendettero il complesso all'Azienda del Turismo fiorentino che lo destinò a centro internazionale congressi e procedette con un’ampia ristrutturazione.
Cimitero evangelico agli Allori
Durante le Giornate FAI l’apertura del Cimitero evangelico agli Allori offre l’opportunità di scoprire la Firenze che ha attratto molti stranieri, innamorati della sua cultura, arte e storia. Il cimitero, alle porte della città, fu progettato da Giuseppe Boccini e venne inaugurato nel 1878, in seguito alla chiusura del Cimitero degli Inglesi, situato in piazza Donatello, che non poteva essere ampliato a causa della sua vicinanza allo sviluppo urbano e alla cerchia dei nuovi viali di circonvallazione. Per la realizzazione di questo nuovo complesso le cinque chiese evangeliche di Firenze (la chiesa evangelica riformata, la chiesa cristiana libera, la chiesa episcopale inglese, la chiesa libera di Scozia e la chiesa valdese) si riunirono in un consorzio. Il Cimitero evangelico agli Allori si ispira a due modelli distinti: il cimitero monumentale italiano, con una forte valenza urbanistica e architettonica, e il cimitero-giardino anglosassone. Il progetto prevede un impianto chiuso, recintato da un porticato, suddiviso in due settori: uno pianeggiante e l’altro che segue la pendenza della collina, con un fulcro nella colonna centrale da cui partono gradinate e assi radiali con viali bordati di cipressi. Il cimitero è un vero e proprio museo a cielo aperto, dove il dolore si stempera in una serena malinconia: attraverso i monumenti funebri di personaggi come storici dell'arte, collezionisti e artisti è possibile rivivere l’idea di Firenze come culla della cultura. Il percorso di visita include figure come Ulrich Middeldorf, Friedrich Kriegbaum, Walter Vitztum, Boecklin, Howard Pyle e scultori come i Fantacchiotti e Corrado Feroci. Sabato 22 marzo alle ore 15 e domenica 23 marzo alle ore 12 sono previsti due appuntamenti speciali a cura dell’architetto G. Gobbi Sica.
Palazzo Lenzi Quaratesi - Istituto Francese di Firenze
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
L’Istituto Francese di Firenze, il primo al mondo dedicato alla cultura francese, ha sede a Palazzo Lenzi, edificato dal 1456 su Borgognissanti per volere della famiglia Lenzi che, provenienti dal contado, si stabilì in città verso la metà del Trecento, raggiungendo ben presto una buona posizione economica. Dopo diversi cambi di proprietà, nel 1949 l’edificio, che sin dal 1911 ospitava l’Istituto Francese, fondato nel 1907 da Julien Luchaire, è stato venduto allo Stato Francese. Il palazzo, rimaneggiato nel corso dei secoli, continua a mantenere il suo sapore rinascimentale. I prospetti ottocenteschi, ripartiti in tre livelli, sono caratterizzati da una splendida decorazione a graffito che va a sopperire l’assenza di elementi architettonici grazie alla resa grafica di paramenti murari, cornici e colonnine. La decisione di mutare l'orientamento dell'ingresso principale si deve a uno dei proprietari, Achille Paris, che a metà Ottocento sfruttò per la propria attività commerciale il prestigio assunto dalla piazza su cui affaccia il palazzo, dopo la realizzazione del tratto di Lungarno fra il ponte alla Carraia e quello sospeso delle Cascine. Il percorso inizia dal piano nobile, un tempo sede di fastose sale di rappresentanza, come testimonia il fregio del Teatrino, oggi trasformato in spazio espositivo nella Galleria Pisani. Al secondo piano, la sala di lettura di J. Luchaire conserva l'assetto voluto dagli architetti Moreux e Gamberini nella ristrutturazione del dopoguerra. La visita si conclude nella moderna Biblioteca-Mediateca, progettata nel 2015 nello spazio che un tempo era un cortile quattrocentesco. Qui, una grande vetrata crea un legame visivo tra interno ed esterno, simbolo di un palazzo che continua a dialogare con la città.
LIVORNO
Palazzo de Larderel – Tribunale Civile di Livorno
Palazzo de Larderel è il più imponente e sontuoso palazzo dell'Ottocento livornese e ospita oggi i locali del Tribunale Civile. Il primo nucleo, che aveva l’aspetto di una villa di campagna, venne fatto realizzare, a partire dal 1830, dall'imprenditore francese trasferitosi nella città toscana François de Larderel che, sfruttando le risorse geologiche dei lagoni del Volterrano, promosse e sviluppò l'industria dell'acido borico, accumulando un cospicuo patrimonio e diventando il maggiore imprenditore della Toscana granducale, simbolo di un'aristocrazia di origine borghese. Nel 1837, divenuto a tutti gli effetti un nobile livornese, avviò i lavori di ampliamento della residenza: all'edificio, portato a termine nel 1839, su progetto di Gaetano Gherardi, furono aggiunte due ali laterali, munite di terrazze alla sommità. Successivamente i vari corpi di fabbrica furono uniti in un unico prospetto ad opera di Ferdinando Magagnini. Dopo il 1850, infine, si aggiunse un nuovo corpo, che si prolungava verso il giardino a completare il nuovo scalone d'accesso al primo piano, abbellito di copie delle statue del loggiato degli Uffizi. Arricchito di arredi e di una collezione d'arte antica e moderna, il palazzo pose il Larderel nel novero dei mecenati e dei benefattori della città. Durante le Giornate FAI di Primavera sarà possibile accedere eccezionalmente a molti degli ambienti interni del Palazzo, di cui verranno raccontate la storia e l'evoluzione, strettamente legate alla storia di Livorno.
Palazzo di Giustizia
Durante le Giornate FAI di Primavera 2025 sarà possibile accedere al Palazzo di Giustizia, nel quartiere Venezia Nuova, sede del Tribunale Penale e per questo solitamente non visitabile. L’edificio venne costruito a partire dal 1697 e si erge sui resti della Fortezza Nuova, di cui sono state ritrovate tracce grazie a recenti lavori di restauro. La struttura, che in origine doveva ospitare l’ordine religioso femminile della Santissima Concezione di Maria Vergine, venne affidato dal Granduca Cosimo III de' Medici ai Gesuiti. Il collegio fu completato dall'architetto Giovanni del Fantasia nel 1707 e in seguito fu adibito a usi vari, da ospedale delle donne a magazzino, fino a residenza vescovile. Nel 1857 il complesso divenne interamente sede del Tribunale. L'esterno dell'edificio, lungo la via della Madonna, presenta un'elegante facciata su tre piani, caratterizzata da grandi cornici che inquadrano le aperture. Il fronte lungo la via Falcone e Borsellino, dove si trova l'ingresso, è articolato mediante un portico a cinque arcate rivestite in pietra. All'interno sono da segnalare l'armonioso chiostro, definito da più ordini di pilastri con archi a tutto sesto, ed i resti della vasta cappella; quest'ultima, suddivisa a metà, fu ridotta a sala d'udienza al primo piano e a magazzini nella parte inferiore. Degno di nota anche lo scalone di accesso al piano superiore. Nel cortile si trova il monumento a Giuseppe Micali, realizzato intorno al 1862 dal livornese Giovanni Paganucci.
LUCCA
Archivio Storico Comunale
Durante le Giornate FAI di Primavera 2025 i visitatori avranno l'opportunità di scoprire la storia dell'Archivio Storico Comunale di Lucca grazie a un percorso esclusivo guidato dalle archiviste. Saranno esposti preziosi documenti, tra cui disegni e planimetrie delle licenze edilizie e fascicoli protocollati fino al 1911. In particolare, verranno approfonditi i temi della “Fonte” e delle tipologie di documentazione conservata, con particolare focus sui disegni del 1867 che raccontano l'introduzione dell'illuminazione pubblica a gas a Lucca, un'occasione rara per esplorare in modo inusuale la storia della città. Il piccolo edificio che custodisce il prezioso archivio si trova nel centro storico di Lucca e fa parte di un complesso costruito nel 1875 per ospitare l'Ospedale Galli Tassi, sorto sui resti dell'antico convento di Santa Giustina, e oggi destinato quasi interamente a uffici giudiziari. L’archivio continua a svolgere il suo ruolo fondamentale nella tutela della memoria storica della città: questo luogo, particolarmente caro alla comunità, è stato restaurato grazie all'intervento del FAI, che lo ha riconosciuto come "Luogo del Cuore".
VIAREGGIO (LU)
Gli hangar del carnevale di Viareggio
Il complesso della Cittadella, inaugurato nel 2001 su progetto dell'architetto Francesco Tomassi, si trova nella zona nord di Viareggio e ospita gli hangar, i laboratori dei maestri carristi e il Museo del Carnevale. È considerato il più grande centro tematico in Italia dedicato alle maschere e al carnevale, ed è composto da 16 hangar, ognuno dei quali può ospitare la realizzazione di un singolo carro o di gruppi di mascherate. Ogni hangar è alto 15 metri, largo 18 metri e profondo 28 metri; la struttura è prefabbricata, costruita in parte di ferro e in parte di cemento, e all'interno sono presenti ampie zone vetrate. Durante le Giornate FAI si apriranno eccezionalmente le porte di alcuni di questi hangar dove vengono costruiti e conservati i giganteschi carri del Carnevale. La lavorazione dura diversi mesi e parte dall'idea del carro allegorico dell'artista, che la trasforma in bozzetto e poi in uno scheletro di giunchi, legno e fil di ferro. Questa armatura viene quindi rivestita con la creta, modellata con le mani, e poi spruzzata col gesso, per diventare la base su cui viene applicata la cartapesta. I visitatori potranno interagire con artisti e artigiani che realizzano questi famosi giganti di cartapesta.
CAPALBIO (GR)
Le mura, la porta e il borgo
Capalbio è immersa in una delle aree costiere più belle della regione. Lo storico borgo si erge su una piccola collina a 217 metri di altezza e 6 km dal mare. Spiagge lunghe e deserte, un mare cristallino e una rigogliosa flora sono solo alcune delle meraviglie che caratterizzano questa zona. I ritrovamenti archeologici dimostrano la presenza di insediamenti umani già in epoca etrusca e romana, ma è dal Medioevo che il nucleo urbano ha un ruolo privilegiato. Il castello è nominato nella Bolla di Carlo Magno dell’805 che assegna il borgo all'Abbazia dei Santi Anastasio e Vincenzo. La famiglia Aldobrandeschi, la città di Orvieto, la Repubblica di Siena, Cosimo de' Medici, i duchi di Lorena si susseguirono nel dominio su Capalbio, finché nel XIX secolo il borgo subì un declino dovuto alla disastrosa situazione sociale, alla piaga della malaria e al brigantaggio. Durante le Giornate FAI, i visitatori accederanno al borgo fortificato attraverso un'apertura nella cinta muraria esterna. Una volta oltrepassata, si troveranno di fronte alla porta principale, inserita in una torre quadrata, sormontata da un antico portale ligneo. Il percorso proseguirà tra due cerchie di mura in pietra locale: la più interna e alta, di origine medievale, costruita dagli Aldobrandeschi, e quella esterna e bassa, aggiunta tra il XV e XVI secolo per rafforzare le difese. Lungo il cammino sarà possibile ammirare i vari palazzi storici del borgo, tra cui il Palazzetto Nelli, il Palazzo di Giustizia e il Palazzo Ercolani, ognuno con la sua affascinante storia. La struttura tipica delle case medievali capalbiesi ha una ripida scala esterna poggiata su un arco ribassato, che porta a un pianerottolo dal quale si entra in casa; al piano terreno si trova invece la parte rustica, ossia la cantina o la stalla. Portali e davanzali in pietra sono decorati, spesso con il motivo della stella a otto punte, più frequente nell'architettura viterbese e laziale che in quella toscana. Altra sopravvivenza della architettura medioevale sono le finestre a bifora.
GROSSETO Centro Militare Veterinario
Con i suoi oltre 580 ettari di estensione, il Centro Militare Veterinario si propone come una sorta di Central Park della città di Grosseto. Luogo storico dell'identità maremmana, conserva un patrimonio non solo agricolo ma anche boschivo e arbustivo di grande pregio, da conoscere e valorizzare. Il racconto proposto dalle Giornate FAI si concentrerà sulla storia dei suoi alberi secolari, come i cedri del Libano, il bellissimo glicine, le palme, il viale storico toscano con i suoi pini e la siepe di ligustro. In seguito a un devastante incendio, in questo luogo storico è stato recentemente impiantato un nuovo bosco di oltre 500 alberi su un terreno bonificato grazie al lavoro manuale degli studenti dell'Istituto Leopoldo di Lorena, che prende il nome – Lorena – dalla famiglia che realizzò la tenuta alla fine dell'Ottocento. Prima tappa del percorso sarà il “pino Storico”, messo a dimora a fine 1800, per poi procedere lungo il viale monumentale, dove ammirare le piante di eucalipto, polloni cresciuti dalle antiche ceppaie rimaste dopo la gelata del 1985. Si proseguirà alla volta del Glicine storico, degli antichi cedri del Libano e del giardino all'italiana.
CARRARA (MS)
Carrara inedita. Le meraviglie nascoste della città
Il centro storico di Carrara nasconde tesori architettonici e artistici poco conosciuti. Il percorso offre uno sguardo su tre luoghi emblematici del Seicento e Settecento carrarino, testimoni della storia e della cultura della città: la Chiesa della Madonna delle Lacrime (già detta del Pianto), Palazzo Monzoni e la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo. L’itinerario partirà dalla seicentesca Chiesa della Madonna delle Lacrime, raffinato esempio barocco, che apre eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI di Primavera 2025 grazie ai recenti lavori di restauro che l'hanno riportata all’antico splendore. La facciata con porticato è incorniciata da antichi palazzi nobiliari, tra cui Palazzo Monzoni, ancora oggi abitato e anch’esso accessibile al pubblico durante le Giornate FAI, dimora del XVII secolo della famiglia che esercitava il giuspatronato sulla Collegiata di Sant'Andrea. La Chiesa della Madonna delle Lacrime, sontuosamente arredata con pregiati marmi, presenta una controfacciata a tribuna con un altare maggiore e due minori, in marmi bianchi e policromi intarsiati. L’altare maggiore, opera del carrarese Francesco Baratta (1722), custodisce l'icona venerata della Madonna delle Lacrime, dipinta da Giusto di Domenico Utens, nipote del fiammingo Giusto Utens, trasferita qui nel 1651 dall'antico ponte delle Lacrime alla Lugnola. Poco distante si farà tappa alla Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, attestata già nel 1335, che conserva tracce di un culto ancora più antico, testimoniando la ricca stratificazione storica e religiosa di Carrara. La chiesa, chiusa a seguito del terremoto del 1994 e oggetto di lunghi lavori di restauro nei primi anni Duemila, presenta un impianto a navata unica e presbiterio absidato ed è scandita in quattro campate. Il maestoso altare maggiore, gli eleganti portali laterali e gli altari incassati nelle nicchie conferiscono all'interno un’impronta barocca solenne e armoniosa.
CASCINA (PI)
Gli oratori e la pieve di Cascina
La visita si propone di far scoprire aspetti ancora poco esplorati della storia e della cultura del borgo di Cascina e del suo territorio, rappresentati in modo significativo dal complesso di edifici della pieve e degli oratori. Durante il tour, i partecipanti avranno l'opportunità di ammirare beni solitamente non aperti al pubblico in contemporanea, apprezzandone la bellezza e comprendendo le trasformazioni che li hanno attraversati nel corso del tempo. Tra questi, il complesso della pieve romanica di Santa Maria Assunta, con la barocca Cappella del SS Sacramento, il campanile, il battistero e l’oratorio di San Giovanni Battista. La pieve, costruita nell'876, richiama le geometrie di Buscheto, architetto del Duomo di Pisa. Si tratta di una basilica a tre navate con una sola abside, realizzata con blocchi di verrucano. La facciata, impreziosita da inserti di ardesia e marmo a forma di croce, quadrati e losanghe, conferma il suo legame con la tradizione architettonica del periodo. L’interno, scandito da colonne, testimonia la ristrutturazione di una chiesa preesistente più antica. Oltre all'altare maggiore, la pieve ospita sei altari laterali, il cui arredo e nome sono cambiati nel tempo. Dalla pieve si accede alla cappella del Santissimo Sacramento, con un'aula unica in stile barocco, decorata nel 1786 con stucchi e dipinti a marmorino. L’Oratorio di Santa Croce, oggi battistero, fu edificato nel XVI secolo per la confraternita di Santa Croce, impegnata nel soccorso dei bisognosi: presenta una ricca decorazione a stucco realizzata nel 1761 da Ferri, noto per i suoi lavori alla Certosa di Calci. Poco distante sorge l'Oratorio di San Giovanni Battista, costruito nel 1398 per volere dei Cavalieri di Malta, con affreschi che raccontano storie bibliche, la vita di San Giovanni e la Crocifissione. Infine, l'oratorio di San Giovanni Battista, voluto dalla famiglia Palmieri, commendatori dell'Ordine di Malta, si contraddistingue per una facciata spoglia in laterizio e un interno interamente affrescato da Martino di Bartolomeo. Dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1785, l'oratorio divenne magazzino, stalla e falegnameria, fino a essere acquisito dalle suore teresiane. Gli affreschi furono restaurati tra il 1921 e il 1932.
PONTEDERA (PI)
Fabbrica di cioccolato Amedei - SOLDOUT
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
Per le Giornate FAI di Primavera 2025 è previsto un tour eccezionale all’interno della Fabbrica di cioccolato Amedei, azienda che produce cioccolato artigianale all’insegna di tradizione, eccellenza e passione. Il pubblico verrà accolto all'ingresso della fabbrica, che ha sede in un’antica fonderia di ghisa, e verrà accompagnato dal personale di Amedei in un affascinante viaggio alla scoperta dei macchinari e dei processi che danno vita ai loro celebri prodotti. Al tour seguirà una degustazione di cioccolata Amedei, un’occasione per assaggiare prodotti di altissima qualità, ormai noti in tutto il mondo e apprezzati anche per la presentazione delle confezioni, molto caratteristiche e raffinate.
PISTOIA
Chiesa di San Leone e murales del Giardino di Cino
La piccola Chiesa di San Leone si trova immersa nel centro storico di Pistoia. Costruita nel 1337, dopo alcuni ampliamenti è stata restaurata a metà Settecento secondo il gusto barocco del tempo, che le dà l'attuale aspetto. Dal 1773 al 1787 la chiesa è stata adoperata per un breve periodo dal seminario vescovile, per poi essere relegata a un ruolo appartato. Rimasta quasi sempre chiusa al pubblico e priva di manutenzione, è stata restaurata tra il 2017 e il 2022. La chiesa si presenta come uno "scrigno" barocco e neoclassico: l'esterno si apre su un piccolo portico di gusto rinascimentale, mentre internamente le volte e le pareti sono totalmente affrescate dai tre artisti Vincenzo Meucci, Giuseppe Del Moro e Mauro Antonio Tesi. La Pentecoste e le volte di Meucci rappresentano una chiara espressione del gusto barocco, i cui toni tenui e soffusi rischiarano l'interno. I giochi prospettici di finte architetture e sculture di Del Moro e Tesi animano, poi, la navata. In occasione delle Giornate FAI di Primavera, oltre a scoprire in via eccezionale i tesori della Chiesa, raramente visitabile e votata da 3.459 persone al censimento FAI “I Luoghi del Cuore” 2016, sarà possibile ammirare le opere di street art dell'adiacente Giardino di Cino, spazio di riqualificazione urbana curato dall'associazione pistoiese Spichisi: un murale del pistoiese Johnatan Calugi (2024) e il graffito No hesitation di Millo (2018).
MONTECATINI TERME (PT)
Kursaal ex Teatro-Casinò
Montecatini Terme è una città termale della Toscana di recente formazione e la sua conformazione urbanistica rispecchia quelle delle ville d'eau europee di primo Novecento. Proprio la presenza delle strutture termali e la sua organizzazione spaziale secondo i dettami delle “città giardino” sono di recente state riconosciute Patrimonio UNESCO. Il Kursaal (dal tedesco Sala di Cura) era il luogo del “loisir” per eccellenza, presenza fissa e distintiva delle città termali europee per “la cura” termale del corpo e spirito. Il complesso del Kursaal fu eretto nel 1907 su progetto dello studio di ingegneria Garbagnati e Carminati di Milano, al fine di completare l'offerta per gli ospiti termali con sale da gioco, teatro al chiuso e all'aperto, bar, ristorante, sale da ballo, ampi giardini attrezzati. Fu sottoposto a modifica nel 1928 per opera di Giulio Bernardini, cui si deve la realizzazione della facciata in stile eclettico con ampi finestroni, una torretta e un portico colonnato. Gli interni con le sale spaziose, gli stucchi, i pavimenti in marmo e gli imponenti lampadari liberty in ferro denotano la grande attenzione al dettaglio propria dell'architetto pesciatino, che con i suoi interventi rivoluzionò l'assetto architettonico e urbanistico della città. Chiuso al pubblico per più di sessanta anni, il Kursaal mantiene per buona parte intatte le strutture murarie, i fregi, i decori ad alcune preziose suppellettili. Prima dell'avvio dei lavori di restauro e rifunzionalizzazione è stato concesso al FAI di mostrare questi antichi luoghi nel loro austero abbandono. Una mostra di foto d'epoca affiancherà la visita suggerendo il clima di spensierata vacanza dei termalisti degli inizi del XX secolo.
PRATO
Conservatorio San Niccolò: il Noviziato restaurato
Il Conservatorio di San Niccolò è un complesso ben conservato che racchiude secoli di stratificazioni culturali e artistiche, dal Trecento fino alla fine del Settecento, quando il granduca Pietro Leopoldo lo trasformò in un Conservatorio per l'educazione delle giovani. Il complesso - nato nel 1321 come monastero femminile domenicano - è una vera e propria cittadella all'interno del centro storico di Prato, che racconta il quotidiano delle monache rivelando gli ambienti conventuali, i Refettori, l'Aula capitolare, il Chiostro, gli orti e i giardini.
San Niccolò trova il suo primo nucleo nell'antico e bellissimo complesso medievale, al quale Giuseppe Valentini, architetto di corte del Granduca, aggiunge nel Settecento un'ala destinata all'educazione delle ragazze e suddivisa in tre grandi ambienti: la Sala Rosa, la Sala dell'Aurora e la bellissima Sala delle Colonne, decorate dal pratese Luigi Catani. In occasione delle Giornate FAI sarà possibile visitare l'ala del Noviziato, la parte del complesso medievale che ospitava originariamente le celle delle novizie che, grazie a un accurato restauro durato due anni, è oggi tornata a vivere. Si potranno apprezzare gli importanti interventi che, nell'adeguamento all'utilizzo scolastico dei locali, sono stati rispettosi dei materiali e dei decori originari.
CORTONA (AR)
Chiesa di Santa Maria Nuova
La Chiesa di Santa Maria nuova sorge vicino alla famosa porta Colonia di Cortona. La sua pianta fu disegnata dall'architetto Giorgio Vasari e completata nel 1610; l'interno a croce greca custodisce una grande edicola in pietra serena con l'icona della Vergine detta Madonna dell'Ellera, databili ai primi del 1500. Vi si ammirano opere di artisti del calibro di Francesco Allori, Adriano Zabarelli, Baccio Ciarpi, Giacomo da Empoli; spicca sulla destra il bellissimo organo del 1612 perfettamente funzionante. Di pregio le vetrate decorate da Urbano Urbani del 1586, nonché le pale degli altari laterali e la struttura dell'altare maggiore in pietra serena, dalla cui cima pendono grappoli di frutta scolpiti in pietra. Non sempre visitabile, la Collegiata sarà aperta eccezionalmente durante le Giornate FAI. Per l’occasione, sempre nella città di Cortona, sabato 22 alle ore 17.30 nella sala espositiva “Mons Luciano Giovannetti” si terrà una mostra di paramenti sacri – tra cui un piviale e una mitra indossati da Papa Benedetto XVI -, cui seguirà un concerto al clavicembalo del maestro Giacomo Benedetti.
SAN GIOVANNI VALDARNO (AR)
Palazzo d’Arnolfo
Attribuito al grande architetto fiorentino Arnolfo di Cambio, il Palazzo fu costruito tra la fine del XIII secolo e i primi anni del secolo seguente. Sulla facciata compaiono oltre 250 blasoni in ricordo dei Vicari Fiorentini che si avvicendarono tra il 1410 e il 1769; nell’atrio è situato il “Marzocco”, ovvero il leone seduto che regge con la zampa lo scudo gigliato, simbolo del dominio fiorentino sulla zona. Al piano terra e al primo piano si ammirano gli eleganti Loggiati, mentre dal centro della parete posteriore spicca una possente torre merlata alla guelfa. L’edificio oggi ospita il Museo delle Terre Nuove che, attraverso percorsi interattivi, spiega le vicende che portarono tra XIII e XIV secolo alla nascita dei nuovi centri abitati valdarnesi. Da Palazzo d’Arnolfo, simbolo della città, l’itinerario a San Giovanni Valdarno è volto a celebrarne lo straordinario patrimonio artistico rinascimentale, da Masaccio – che qui visse - al Beato Angelico, di cui si può ammirare l’Annunciazione nel Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie.
SAN QUIRICO D’ORCIA (SI)
Vignoni Vignoni Alto o Castello di Vignoni Alto è un borgo medievale fortificato e arroccato in cima a una collina che svetta sul centro termale di Bagno Vignoni. Si raggiunge a piedi lungo una strada sterrata che parte da San Quirico d'Orcia; grazie alla sua posizione gode di uno splendido panorama sulla Val d'Orcia, Patrimonio UNESCO dell’Umanità. Il borgo presenta ancora resti di fortificazioni realizzate intorno all’anno Mille, come la torre, ora mozzata, dotata di muro a scarpa. Probabilmente si trattava del mastio, cuore del fortilizio. Anche una delle antiche porte di accesso al recinto murato è ancora perfettamente intatta, accanto all'antica chiesa di San Biagio. In occasione delle Giornate FAI sono previste alcune visite accompagnate dal Gruppo Trekking Senese - due la mattina e due a pomeriggio - che condurranno i visitatori lungo un percorso di circa 1,5 km da Bagno Vignoni, alla scoperta delle tante bellezze naturali della Val d'Orcia.