
Gubbio (Perugia), la passeggiata dell'acquedotto medievale nella foto di Carbone per il Fai
La gola del Bottaccione, a nord di Gubbio, tra i monti Ingino e Foce, taglia quasi perpendicolarmente i rilievi che caratterizzano il territorio. È così chiamata per la presenza di un antico “Bottaccio”, un ampio invaso artificiale, ottenuto sbarrando il torrente Camignano. Qui la natura ha lasciato impressa nelle sue pietre una sorta di “archivio” roccioso che ha permesso agli scienziati di ricostruire una pagina importante della storia della Terra, risalente a circa 65 milioni di anni fa. Oltre all'aspetto geologico, è da evidenziare anche la rilevanza architettonica dell'acquedotto medievale (XIII-XIV secolo), testimone di una vera e propria politica delle acque attuata di pari passo con lo sviluppo urbanistico.
Con un percorso di circa 1,6 chilometri questo manufatto di alta ingegneria idraulica, ancora oggi funzionante, arrivava nella parte alta della città a ridosso del primo insediamento medievale. In occasione delle Giornate Fai, i visitatori saranno accolti nei pressi dell'invaso del Bottaccione, dove si apre un panorama straordinario della gola. Si incontrerà poi una guida esperta che mostrerà un tratto roccioso di particolare rilievo per il racconto della scomparsa degli animali e dei dinosauri. A seguire, la passeggiata sopra l'acquedotto, con un approfondimento sulla gestione delle acque e la narrazione di alcune curiosità lungo il cammino. Un'ulteriore sosta farà godere della vista del monte Foce, dell'Eremo di Sant'Ambrogio (XIV secolo) e, a valle, del percorso del Camignano. Infine, arrivati nella parte alta, costeggiando le antiche mura medievali e la zona del Cassero federiciano, si concluderà il percorso.