’Soldati e altre poesie’ al Saloncino della Pergola a Firenze

Ugo De Vita, autore e interprete teatrale, presenterà un recital sul poeta Giuseppe Ungaretti a Firenze. La lirica "Soldati" evoca la Grande Guerra e risulta attuale in un mondo segnato da conflitti. De Vita leggerà una selezione da "Vita di un uomo", sottolineando la capacità di Ungaretti di trasmettere il dolore e la vita attraverso la sua poesia.

’Soldati e altre poesie’ al Saloncino della Pergola a Firenze

’Soldati e altre poesie’ al Saloncino della Pergola a Firenze

"Soldati. Si sta / come d’autunno / sugli alberi / le foglie": questi i versi di Giuseppe Ungaretti che apriranno il recital di Ugo De Vita, autore e interprete tra i più apprezzati del panorama teatrale. Saranno l’incipit della sua lettura sul grande poeta al Saloncino del teatro della Pergola a Firenze lunedì 13 e martedì 14 alle 18.15. La lirica evoca la Grande Guerra, ma risulta attualissima, col mondo straziato da conflitti a oriente e occidente.

De Vita propone la scelta di una raccolta da ’Vita di un uomo’, il Meridiano Mondadori: "La lirica ’Soldati’ è null’altro che due settenari scomposti e ricomposti a piacimento dal poeta, dal contenuto fulmineo, luminosissimo, con sullo sfondo lo scenario dello scontro ’uomo contro uomo’, e della vita legata ’a un filo’".

Sarà seguito il modello canonico del recital (50 minuti). Fu il tenente Serra, lo scopritore dei fogli al fronte, su cui Ungaretti vergava versi, li raccolse e fece in modo di pubblicarli al ritorno alla vita civile. Aveva compreso Serra, il valore di quelle pagine. mArrochita, cavernosa, virile, maschia e inafferrabile, era invece la voce viva del poeta. Di Ungaretti incantavano anche le letture, come un "graffio sottile nel nulla", di profondo inestinguibile dolore. "Questo forse, uno dei motivi della mia scelta – dice De Vita – la sua capacità di consegnare il canto, all’usuale, al quotidiano come all’imperativo di trionfi e sconfitte umane".

I suoi versi vantano ancora oggi notorietà in Brasile, dove a San Paolo detenne la cattedra di Lingua e letteratura italiana. "Mi colpirono – conclude De Vita – la tragedia della perdita del padre prima, impegnato nella costruzione del Canale di Suez, e poi la malattia e la morte prematura dell’adorato figlio. Il lutto e l’abbandono mi apparvero distintivi della sua scrittura. Da questo nacque ’Vita di un uomo’: in Ungaretti è indiscutibile quanto vita e poesia si fondano e confondano".