È piovuto sul bagnato. La bufera della notte tra il 2 e 3 novembre, con onde alte 4-5 metri, ha provocato danni milionari in decine di stabilimenti balneari. I più devastati sono a Viareggio, oltre 20, e a Lido di Camaiore. I gestori stanno ancora pulendo e le stime delle perdite sono provvisorie. Ma per ironia della sorte dovranno pagare decine di migliaia di euro a testa proprio mentre s’avvicina la scadenza delle concessioni demaniali, il 31 dicembre. Dal 1° gennaio dovrebbero andare all’asta. E chi deve riparare i danni, rischia di perdere il bagno senza sapere nemmeno se riceverà un indennizzo, e di che valore. Il 24 ottobre s’è tenuta in Cassazione un’udienza decisiva. Riguardava il ricorso mosso dal Sib, i balneari Confcommercio, contro le ordinanze del novembre 2021 emesse dal Consiglio di Stato. Il quale aveva sancito l’obbligo delle aste nel 2024, e la fine dei rinnovi automatici delle concessioni in ossequio al diritto comunitario e alla direttiva Bolkestein. La Procura generale presso la Cassazione ha chiesto l’accoglimento del ricorso e l’annullamento delle ordinanze del Cds: ma chi entra Papa in conclave spesso esce cardinale, figuriamoci in un tribunale. L’incertezza resta sovrana. Invece sono certi i danni dell’ultimaa tempesta. Ne hanno parlato i presidenti delle associazioni di Viareggio e Camaiore, Tommaso Magnani e Marco Daddio: "Scantinati allagati, attrezzature distrutte, pompe e filtri delle piscine da sostituire, impianti elettrici da rifare, cucine e frigoriferi da buttare. Il danno di chi è stato meno colpito è sui 10 mila euro, per gli altri molto di più. E pochi sono assicurati contro le mareggiate: i premi sono elevati, il massimale risarcibile appena 10 mila euro. L’acqua di mare ha invaso giardini e parcheggi dei bagni, oltre che la Passeggiata di Viareggio. Ci chiediamo se palme, pitosfori e tamerici sopravviveranno o seccheranno". Tutto questo mentre è attesa la sentenzadella Cassazione.
Beppe Nelli