Suicidio in carcere a Terni: un altro detenuto coinvolto in rissa trova la morte

Tragedia nel carcere di Terni: un detenuto marocchino di 28 anni si è impiccato in una cella d’isolamento. La rissa tra quattro detenuti, tutti di origine nordafricana, è scoppiata a causa di alcol prodotto artigianalmente. Il personale della polizia penitenziaria è intervenuto, ricevendo contusioni. Il Garante dei detenuti dell'Umbria denuncia gravi omissioni nel sistema carcerario.

Tragedia nel carcere ternano di vocabolo Sabbione, dove un detenuto marocchino di 28 anni si è impiccato in una cella d’isolamento, in cui era stato ristretto dopo essere stato coinvolto in una rissa con altri reclusi, tutti di origine nordafricana. Nella serata di sabato è scoppiato un violento litigio tra quattro detenuti, due marocchini tra cui il deceduto e altrettanti extracomunitari. I quattro sarebbero stati ubriachi. Com’è possibile in carcere? Perché preparano nelle celle una sorta di “grappa artigianale“ dalla fermentazione della frutta, diluita con l’acqua. Per fermare la rissa è intervenuto il personale della polizia penitenziaria, contro cui si sono scagliati i detenuti: una decina gli agenti contusi, tra lanci di bombolette del gas e magliette insanguinate. Il ventottenne è stato quindi rinchiuso in isolamento in attesa di un trasferimento e in questa condizione è avvenuto il suicidio. Un episodio drammatico che ripropone nel peggiore dei modi la questione sicurezza nelle carceri umbre, in particolare in quella di Terni, e che fa infuriare i sindacati della penitenziaria. Di "violenze annunciate" parla Fabrizio Bonino, segretario umbro del Sappe.

"Le quotidiane grida d’allarme del Sappe continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma di concreto il nulla– tuona Bonino –. E’ una tragedia che un uomo in carcere si tolga la vita, sempre e comunque. La situazione è diventata allarmante per la polizia penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Servono risposte ferme da parte del Dap, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici". La Fp Cgil dicehiara con il segretario nazionale Mirko Manna lo stato di agitazione nel carcere di Sabbione e sottolinea i cinque decessi-suicidi registrati quest’anno, con la segretaria della Cgil Terni, Valentina Porfidi, che chiede un avvicendamento ai vertici della struttura penitenziaria, unica in Umbria a subire non solo i disagi della carenza di personale ma anche quelli del sovraffolamento, come detto dal procuratore generale Sergio Sottani.

Sulla tragedia di Terni interviene il Garante dei detenuti dell’Umbria, Giuseppe Caforio: " Queste morti sono sulla coscienza di tanti e sono indegne per una comunità civile come quella umbra. Ognuno deve fare la sua parte. Le Procure devono aprire fascicoli per accertare se a monte nell’organizzazione vi siano responsabilità penalmente rilevanti. La politica deve affrontare il tema in modo serio e e per questo chiedo che il Consiglio regionale dedichi una seduta al tema delle carceri umbre. Il dipartimento penitenziario deve assicurare il trasferimento fuori dall’Umbria di almeno 200 detenuti, di cui 100 da Terni che somiglia sempre più ad una polveriera". Il Garante "si riserva di formalizzare un esposto alle Procure per le gravi omissioni perpetrate nel sistema carcerario umbro in violazione dei diritti umani".

Stefano Cinaglia