Dal 1° luglio è scattato il taglio del cuneo fiscale di ulteriori 4 punti percentuali, così come previsto dal Decreto lavoro che è stato convertito in legge. Gli effetti si vedranno nel cedolino di agosto e porteranno a un incremento degli stipendi medi e bassi. In dettaglio, il decreto Lavoro ha innalzato dal 3 al 7 per cento "l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023" per i lavoratori il cui reddito imponibile non supera i 1.923 euro al mese.
Se invece il reddito è superiore, ma inferiore o pari a 2.692 euro al mese, il nuovo taglio passa dal 2 al 6 per cento. L’Inps ha precisato che l’ampliamento dell’esonero non avrà effetto sulla tredicesima 2023: in questo caso il taglio resterà di 2 punti percentuali, a condizione che la tredicesima non superi l’importo di 2.692 euro, e di 3 punti percentuali se la tredicesima non supera i 1.923 euro.
Il primo taglio del cuneo fiscale è stato introdotto per il 2022, ed era dello 0,8 per cento, poi elevato al 2 per cento per il periodo 1 luglio-31 dicembre 2022. Quindi, la legge di bilancio 2023 ha reintrodotto l’esonero per il 2023, nella misura del 3 per cento fino a 1.923 euro di retribuzione imponibile mensile e del 2 per cento fino a 2.692 euro. Sempre a proposito di aumenti, il decreto Lavoro ha previsto anche l’aumento della soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit da 258 a 3mila euro per il 2023, ma esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico. I fringe benefit sono beni o servizi che il datore di lavoro può offrire ai dipendenti, dai buoni pasto alle borse di studio.