"Tanti dubbi sul payback in Toscana"

La Lega in Toscana si pone domande sull'alto payback e sugli ordini elevati che hanno generato tale situazione. Se gli introiti dovessero saltare, la sanità rischia di andare in ginocchio. La Regione potrebbe essere costretta ad aumentare le tasse per evitare il commissariamento.

erché il payback in Toscana è così alto e se gli introiti dovessero saltare anche solo in parte avremmo una sanità in ginocchio? Perché gli ordini, che hanno generato il payback, sono stati così elevati oltre il tetto di spesa tanto da lasciar pensare che siano avvenuti senza criterio di pianificazione? Perché rispetto alle altre regioni italiane le cifre in Toscana sono così alte?". Sono le domande che si pongono la capogruppo della Lega in consiglio regionale Elena Meini, il consigliere Andrea Ulmi, vicepresidente della Terza Commissione e il consigliere Giovanni Galli, membro della stessa Commissione. "Il payback nasce da una legge del Governo Renzi, che non era mai stata applicata fino al Ministro Speranza - ricordano - ed è stato applicato per il triennio 2015-2018, comportando uno shock per le aziende esposte a un impegno economico non previsto. Il Governo di centrodestra, considerato il fatto che si tratta di chiedere indietro ingenti risorse, oltre due miliardi, ha abbonato la parte spettante allo Stato (circa un miliardo), ma lasciando quella della Regione, a condizione che le aziende non ricorressero alla giustizia amministrativa. Molte società però hanno deciso di presentare ricorsi al Tar perché anche la metà del dovuto le avrebbe indirizzate alla chiusura e, oggi, la Toscana, che già nell’anno passato aveva usato il payback per far ‘tornare’ i conti difficili della sanità regionale, oggi si trova con una situazione decisamente aleatoria nel calcolo di quelli che saranno gli introiti e con un potenziale “buco” complessivo dei conti sanitari calcolato di circa 550milioni". Tale disavanzo, secondo la Lega "trova la sua origine in un mal governo che inizia da lontano a partire, a titolo di esempio, dal crack della Asl di Massa". Da qui la preoccupazione di Ulmi: "Abbiamo chiesto alla struttura amministrativa regionale competente in materia di sanità quale sia la situazione reale, la nostra preoccupazione è che, per evitare il commissariamento, la Regione sia costretta ad un aumento delle tasse".