ANDREA SPINELLI
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Tiziano Ferro a Firenze, 6 anni dopo "La missione di regalare benessere"

Domani alle 21 concerto al "Franchi": "E’ un atto di fede. Mi godo tutto come se fosse l’ultima volta"

Tiziano Ferro a Firenze, 6 anni dopo "La missione di regalare benessere"

di Andrea Spinelli

Era l’estate del 2017 quando Tiziano Ferro, sotto le stelle dello stadio "Franchi" di Firenze, incassava l’applauso del suo pubblico per l’ultima volta. Domani, il ritorno, con l’eco di quell’ovazione che gli ha fatto compagnia per tutto questo tempo ancora nelle orecchie. "Se fare un tour negli stadi è qualcosa di enorme per un artista, quelli post pandemia lo sono ancora di più, perché in tanti hanno pensato che non potesse accadere mai più" assicura l’idolo di Latina, 43 anni, che nel nuovo show, oltre alle sue hit più popolari e amate, sfoglia passioni, fragilità, complicazioni sentimentali dell’ultimo album "Il mondo è nostro" e del predecessore "Accetto miracoli". "Ho sempre avuto fiducia nel ritorno" dice. "Però sei anni di stop sono tantissimi. Un’era geologica".

Un’era finita, per fortuna.

"Penso di avere un debito di riconoscenza verso chi viene a vedermi, perché le cose cambiano rapidamente ed essere ancora qui dopo più di vent’anni non è certo scontato. Con chi mi ascolta penso di avere un impegno: regalare benessere".

Con che occhi guarda oggi allo stadio?

"Lo considero un luogo di fede. Io ho fede nelle persone che vengono a vedermi e loro in me che ce la metterò tutta. Un atto di fiducia reciproco, insomma. Con queste premesse, lo stadio diventa luogo di gratitudine e di estremo senso della realtà, perché ogni volta che ci salgo penso che potrebbe essere l’ultima e me la godo come se fosse tale".

In questo giro di concerti il mega schermo che scende alle sue spalle ricorda quello del 27 Live Tour di George Michael perché le passa sotto ai piedi dando poi l’impressione di riversare il suo magma digitale sul pubblico.

"È un palco mi somiglia molto, un po’ estremo come me; senza copertura e senza quinte da cui sentirsi protetti in caso di necessità. Inizio lo spettacolo cantando ‘Accetto miracoli’ su una scena nuda, sprofondato in un mondo in bianco e nero, per ricordare al pubblico che sono lì solo con le mie canzoni. Non servono, infatti, gli effetti speciali per regalare un’emozione… ma se ci sono, tanto meglio".

Ventidue anni di carriera e otto album raccontati da trentatré canzoni. Come le ha scelte?

"Ho concepito questo spettacolo con l’intenzione di portare sul palco una storia quanto più condivisa possibile".

Uno dei momenti particolari è l’omaggio a Raffaella Carrà, preceduto da un ricordo molto personale.

"Non è stato semplice, né agevole, condensare in un testo i nostri incontri. Nella lettera ricordo che Raffaella è stata una delle prime a metterci la faccia, quando non erano in molti a credere in Tiziano".