"Don Milani, oggi, non ci chiederebbe di celebrarlo, ma di seguire il suo cammino e di rendere feconda la sua testimonianza. Il suo "mi importa" è ancora attuale per allontanare la sfiducia nelle istituzioni, per condannare tutte le guerre, per il rispetto di leggi giuste che proteggono gli umili e sanzionino gli oppressori. Ritroviamo la sua lezione in una Toscana solidale. Noi siamo questa terra, noi possiamo rilanciare l’amore e la pace". Con queste parole l’onorevole Rosy Bindi, presidente del comitato delle celebrazioni per il centenario di don Milani, è intervenuta ieri in occasione della Festa della Toscana, dedicata al tema "I Care, la Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze" a 100 anni dalla nascita del priore di Barbiana.
"Don Milani fu diviso in un doppio profilo - ha ricordato Bindi -. In seminario si spogliò della sua provenienza agiata per abbracciare Cristo e farsi povero con i poveri. Oggi molto è cambiato: ma possiamo sentirci davvero appagati o dovremmo forse guardare a questo tempo con gli occhi di don Milani? Vedremo così l’aumento delle diseguaglianze, i pochi investimenti nella scuola, nella sanità, nei beni comuni che a lui stavano tanto a cuore, e soprattutto una perdita di patriottismo costituzionale. Lui aveva definito la nostra Costituzione ‘quella che aspettiamo da 2000 anni’ e forse ci direbbe di attuarla e non di stravolgerla". "Siate orgogliosi di essere toscane e toscani – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, aprendo l’evento e rivolgendosi agli studenti -. Siamo stati la prima regione del mondo ad abolire la pena di morte, ma anche una terra di diritti e di libertà che non si è mai voltata dall’altra parte. E se vi posso mandare un messaggio grande è: ‘non siate mai indifferenti’. La Toscana è un terreno fertile per la crescita di valori che uniscono anziché dividere, che promuovono l’inclusione anziché l’esclusione".
Quindi il riferimento alla violenza di genere, insieme al ricordo delle vittime. "Non basta indignarsi – ha detto -. E lo dico soprattutto a noi uomini. Prendiamo a cuore la questione, denunciamo, se conosciamo chi fa violenza". Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, dopo aver chiesto un momento di memoria per le vittime dell’alluvione, è tornato sul tema di don Milani. "Lo sentiamo con orgoglio un toscano – ha detto - e penso ai tre messaggi che ci ha lasciato: il diritto alla scelta, la tolleranza religiosa e la scuola. Su quest’ultimo punto, abbiamo voluto gli asili nido gratis per le famiglie sotto i 35mila euro, un’idea che spero che possa contagiare tutta Italia. La Toscana vuole continuare a essere una terra di cultura, seguendo un altro concetto fondamentale di don Milani: fare squadra".
Infine l’articolato intervento della presidente emerita della Corte costituzionale, Silvana Sciarra. "È giusto collegare la figura di don Milani al contesto di oggi" ha detto, esaminando molti richiami alla Costituzione del priore di Barbiana: dall’articolo 33 sulla libertà dell’arte, della scienza e del loro insegnamento, all’articolo 4 sul diritto al lavoro, con particolare riferimento a lavoro carcerario, alla perdita di potere d’acquisto dei redditi e all’"incredibile gap salariale tra uomini e donne".