Toscana, l’asilo gratis per oltre 12mila bambini

Due bandi lanciati dalla Regione. Nardini: "Un diritto il percorso educativo"

Toscana, l’asilo gratis per oltre 12mila bambini

Toscana, l’asilo gratis per oltre 12mila bambini

"I numeri dei primi due bandi ‘Nidi Gratis’ ci confermano la bontà di questa misura. Sono molto orgogliosa della scelta che come Regione abbiamo fatto: un investimento significativo per far sì che il nido sia veramente un diritto per tutte le bambine e per tutti i bambini toscani".

Per l’assessora regionale all’Istruzione Alessandra Nardini un bilancio dell’iniziativa per allargare l’accesso ai servizi per l’infanzia, ad oggi non può che essere positivo, seppur parziale, perché la misura rientra nella programmazione europea 2021/2027.

Ma vista l’ampia adesione per il primo anno (sono stati stanziati 29.383 euro, hanno fatto domanda 14.393 nuclei familiari e ne sono state accolte 12.114) il bando Nidi Gratis è stato riaperto. In questa seconda tranche le domande pervenute sono state 1.819. Lo sconto totale che verrà operato in base ai contributi regionali ammonta ad oltre 2 milioni 800 mila euro.

Potevano fare domanda nuclei familiari con figli fino a 3 anni di età, residenti in Toscana e con Isee fino a 35.000 euro, che riceveranno dalla Regione - a integrazione del bonus nidi erogato dall’Inps - uno sconto sull’intero ammontare di una retta mensile massima di 800 euro (fino ad un massimo di 5.800 euro per 11 mesi).

"Il compito delle istituzioni è quello di garantire a ogni bambina e bambino pari opportunità, garantire che i percorsi di educazione e istruzione siano un diritto di tutte e tutti perché rappresentano una leva di emancipazione sociale", spiega infatti l’assessora.

"Mesi fa la Presidente Meloni ha annunciato ’nidi gratis a partire dal secondo figlio’, che secondo noi è una misura ingiusta e insufficiente. Dovrebbe essere pensata per le bambine e i bambini, prima ancora che per i genitori. Lo scopo deve essere garantire il diritto all’educazione a tutte e tutti – aggiunge –, non solo a chi nasce in una famiglia che può permetterselo, affinché nessun destino sia già scritto in base alle condizioni socio-economiche del contesto di provenienza. Investire sui nidi significa prevenire abbandono e dispersione scolastica e favorire il successo formativo".

"In secondo luogo – aggiunge Nardini – c’è l’aspetto della conciliazione tempi di vita e di lavoro dei genitori, non solo delle donne, anche se in una società ancora patriarcale come la nostra; il nido rappresenta quindi anche uno strumento a sostegno dell’occupazione femminile. Vogliamo infatti che le donne non sia costrette a scegliere tra diventare madri, se lo desiderano, e tornare a lavoro, né rinunciare alla propria carriera lavorativa".

Marianna Grazi