Donald Trump è arrivato alla sua terza incriminazione, stavolta per cospirazione, eppure sembra che niente sia in grado di fermarlo. Si è dichiarato "non colpevole" ed è stato rilasciato. E ora? Rischia comunque di vincere, e agilmente, le primarie repubblicane per la scelta del candidato alle elezioni presidenziali del 2024. Sempre che il Grand Old Party, il Partito Repubblicano, non decida che è arrivata l’ora di farsi da parte; ma non c’è nessuno con la sua stessa popolarità, da quelle parti. E sempre che i guai giudiziari non prosciughino le casse della sua campagna elettorale, visto che il suo maggior comitato elettorale ha già speso più di 20 milioni in spese legali nei primi sei mesi del 2023. Tuttavia, appunto, non ci sono competitor, per Trump, tra i Repubblicani. Secondo un sondaggio pubblicato dal New York Times, il 54 per cento degli elettori del Gop vuole votare Trump alle primarie repubblicane. Ron DeSantis, governatore della Florida, il concorrente più competitivo, è fermo al 17 per cento. Gli altri – da Mike Pence a Nikki Haley – sono tutti inchiodati al tre per cento. Fra Trump e DeSantis ci sono 37 punti di differenza di gradimento e le incriminazioni sembrano fortificare lo spirito di Trump. DeSantis, invece, è indietro nei sondaggi proprio su due punti chiave della sua campagna elettorale: la maggiore eleggibilità rispetto a Trump nella sfida con Joe Biden e la maggiore capacità di produrre risultati concreti al governo. Il 69 per cento descrive Trump come un leader forte, De Santis lo è solo per il 22 per cento degli intervistati; per il 67 per cento è Trump quello in grado di portare a termine il lavoro, realizzando ciò che dice di voler fare, De Santis è fermo al solito 22 per cento; per il 58 per cento degli elettori repubblicani intervistati Trump è in grado di battere Biden alle elezioni, De Santis lo è solo per il 28 per cento. Trump è "divertente" per il 54 per cento, De Santis solo per il 16 per cento. Un’elettrice del Partito Repubblicano, Sandra Reher, 75 anni, insegnante in pensione, ha detto al New York Times che DeSantis "è un buon cristiano, un meraviglioso uomo di famiglia. Ma non ha quel fuoco dentro che ha Trump". Non serve un candidato etico, serve un candidato che batta Biden.
E dalle parti di Biden come vanno le cose? Secondo un sondaggio del fine settimana pubblicato da Cbs News, emittente televisiva certamente non di orientamento repubblicano, il presidente degli Stati Uniti non se la passa molto bene. L’incertezza incide: per il 65 per cento degli intervistati l’economia americana va male, anche se per quanto riguarda il mercato del lavoro l’impressione è migliore. Tra i problemi più pressanti c’è l’inflazione e qui sta forse il punto. Per il 45 per cento degli intervistati, le politiche di Biden di contrasto all’inflazione la stanno in realtà facendo aumentare. Ma come sta la "Bidenomics", il pacchetto di politiche economiche dell’amministrazione Biden? Solo il 27 per cento ne ha sentito parlare qualche volta e la maggioranza – il 59 per cento – non ha mai sentito questa espressione. Il gradimento di Biden è al 40 per cento adesso, mentre a marzo 2021 era al 62 per cento. Anche per questo per gli elettori del Gop è difficile fare a meno di Trump.