Eccesso colposo di legittima difesa con un comportamento che fu "precipitoso, avventato e imprudente". È quanto contesta il pm Laura Taddei, a chiusura delle indagini preliminari, a Sandro Mugnai, il 54enne che il 5 gennaio dell’anno scorso sparò con un fucile, uccidendolo, il suo vicino di casa Gezim Dodoli, cinquantanove anni, che con una ruspa gli stava demolendo l’abitazione, sulle colline di Arezzo. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Arezzo Giulia Soldini riconobbe al Mugnai la legittima difesa dopo che la procura di Arezzo lo aveva fatto arrestare per omicidio volontario.
Il caso fece molto discutere, Sandro Mugnai, artigiano, proprietario della casa nella frazione di San Polo, resa inagibile dai colpi di benna di Dodoli, quella sera era in casa la moglie, uno dei figli, l’anziana madre di lui e altri parenti. All’improvviso il vicino salì sulla sua ruspa e la lanciò contro l’abitazione, dopo aver prima sfasciato le auto che erano sul piazzale.
Il cinquantaquattrenne e il cognato uscirono subito di casa, urlarono all’uomo di fermarsi ma, visto che questo proseguiva, Mugnai prese il fucile e sparò. Secondo il giudice per le indagini preliminari di Arezzo, dal momento che c’era stato un avvertimento, il caso era chiaramente di legittima difesa ma, quando tutto lasciava presagire l’archiviazione, il pubblico ministero invece gli contesta l’eccesso colposo di legittima difesa.
In due pagine il pubblico ministero Laura Taddei sottolinea come Mugnai sparò quando "l’azione offensiva del Dodoli era scemata". A questo punto, la difesa dell’uomo ha venti giorni di tempo per presentare integrazioni probatorie, depositare memorie o chiedere un nuovo interrogatorio dell’artigiano, altrimenti il pubblico ministero procederà con la richiesta di rinvio a giudizio, che potrebbe sfociare nel processo a carico di Mugnai.