Un percorso espositivo per ripercorrere il legame della famiglia Vasari con le antiche manifattura aretine

Si inaugura mercoledì 12 giugno, alle ore 16.30, al Museo Archeologico Nazionale 'Gaio Cilnio Mecenate' di Arezzo

vasari

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Arezzo, 7 giugno 2024 – Un percorso espositivo per ripercorrere il legame della famiglia Vasari con le antiche manifattura aretine, a partire dal mestiere di vasaio esercitato dal nonno del più celebre Giorgio, Giorgio di Lazzaro Taldi. Si inaugura mercoledì 12 giugno, alle ore 16.30, al Museo Archeologico Nazionale 'Gaio Cilnio

Mecenate' di Arezzo la mostra "I Vasari 'vasai' e la produzione ceramica aretina di età antica" a cura di Maria Gatto. Proseguecosì l'articolato programma di eventi celebrativi di "

Arezzo. La città di Vasari", che fino a febbraio 2025 renderà omaggio al maestro aretino in occasione dei 450 anni dalla morte, promosso da Comune di Arezzo e Fondazione CR Firenze con Fondazione Guido d' Arezzo, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, con la curatela del comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi.   IlMuseo Archeologico Nazionale di Arezzo partecipa alle celebrazioni raccontando in questa mostra, attraverso riferimenti letterari, documenti e reperti, i legami dell'autore delle Vite con le antichità della sua terra. Fra queste occupano un posto di rilievo i vasi aretini e la Chimera, prodotti altissimi di un artigianato locale raffinato nella tecnica e colto nelle ispirazioni iconografiche nel quale Vasari riconosceva l'espressione della maniera etrusca. La

prima tappa della mostra permette di entrare nel mondo

degli Arretina vasa e di apprezzarli assumendo la

prospettiva di Vasari. Queste ceramiche da mensa tipiche

dell'Arezzoromana e dalla straordinaria fortuna in età antica costituiscono parte dell'esperienza del nostro Giorgio per

due aspetti: da un lato - come gli aretini di ogni tempo

- egli è testimone diretto e ammirato di continui ritrovamenti nei tanti cantieri cittadini; dall'altro egli ha dei bei vasi rossi una conoscenza mediata dalle memorie familiari, che ci riporta. 

L'esposizione densa di spunti e rimandi, spiega l'origine del nome Vasari e racconta, parafrasando un brano della "Vita" dell'avo Lazzaro, le straordinarie vicende del nonno Giorgio

diLazzaro, 'vasaro' e archeologo ante litteram, nonché

responsabile -proprio grazie ai vasi aretini - di un

primo prezioso contatto con la casata dei Medici. L'esposizione si chiude con un invito a ricercare nelle pitture vasariane riferimenti al ricco repertorio iconografico attestato sui vasi color corallo decorati a rilievo. Non poteva mancare una sezione dedicata alle riproduzioni della Chimera che per la sua qualità tecnicae per l'iscrizione sulla zampa anteriore destra, è per Vasari anche il più evidente esempio della maniera etrusca, lo stile artistico degli Etruschi. Oltre a contenuti testuali e iconografici di approfondimento, questa tappa della mostra propone un'esperienza multimediale della Chimera, con una riproduzione tattile in dimensioni reali e la proiezione olografica della statua nelle diverse fasi del restauro. "Continua con un percorso espositivo originale e di sicuro interesse la programmazione degli eventi compresi nell'anno vasariano. Il Museo Archeologico, preziosissima realtà della città di Arezzo, partecipa con la sua straordinaria collezione degli

arretina vasa, ispirazione e oggetto di studio dell'abile

vasaio nonno del Maestro rinascimentale raccontato in

questa mostra. Ancora un'occasione per un'esperienza di arte e bellezza, sia per gli aretini che per i tanti turisti che

già affollano la città", ha dichiarato il sindaco e presidente della Fondazione Guido d'Arezzo Alessandro Ghinelli.