Empoli-Sanremo andata e (si spera) ritorno. Dopo l’esperienza al Festival dello scorso anno - ospiti di Sethu nella serata dedicata alle cover con una versione riveduta e corretta della Charlie fa surf dei Baustelle - i Bnkr44 davanti alle telecamere di Sanremo Giovani provano a mettersi in tasca il tanto sospirato biglietto per l’Ariston.
L’appuntamento con Amadeus è il 19 dicembre al Teatro del Casinò della Città dei Fiori, nella lunga notte chiamata a completare il cast della 74ª edizione laureando le tre promesse (ma, stando alle voci, il conduttore potrebbe all’ultimo decidere, come in passato, di ammetterne qualcuna di più), destinate a vedersela alla pari col plotone dei big in gara dal 6 al 10 febbraio. Arrivato a giocarsela con gli altri undici finalisti in lizza al Casinò (emersi da un mare magnum di ben 1.323 candidature), il collettivo empolese formato da Faris, Erin, Caph, JxN, Faster, Piccolo (più il manager Ghera), ora ci crede.
In quella “Effetti speciali“ con cui puntate al Festival dite "… ho solo vent’anni".
"Il brano racconta la fine di una relazione con un messaggio molto semplice, diretto, in cui pensiamo possano ritrovarsi molti nostri coetanei. Quando ti lasci, infatti, il mondo sembra caderti addosso, poi, però, capisci di avere ancora tanta vita da vivere e te ne fai una ragione provando a prendere le cose in maniera un po’ più lieve".
Com’è il mondo della canzone visto da Empoli?
"Essere rimasti a vivere tutti qui, resistendo alla tentazione del trasferimento a Milano o a Roma, significa lavorare in un universo a parte, fare musica in una bolla. Questo ci consente un approccio con le cose completamente diverso. Qua abbiamo tutto e possiamo affrontare l’attività creativa con serenità, senza pressioni. Allo stesso tempo, però, siamo distanti dalle stanze in cui si decidono le cose. Visti i tempi, una sfida che però pensiamo serva a preservare il nostro tocco".
Cosa c’è per voi fuori dallo studio di registrazione?
"Ci piacerebbe organizzare un festival, ma anche delle mostre d’arte o, magari, produrre altri artisti come già successo in passato. Il sogno? Scovare un grande talento da portare alla gente".
E allora, nel vostro festival ideale chi chiamereste?
"Sognare non costa niente, quindi diciamo gente come Drake, Dominic Fike o l’inglese King Krule. La giornata riservata all’indie l’apriremmo con Tripolare per chiuderla con Calcutta o Cremonini, mentre in quella hip hop metteremmo Paky, Kid Yugi o altri con cui abbiamo lavorato come Nerissima Serpe o Tedua. Chiamare pure per Liberato non sarebbe male".
Con che animo tornate in Riviera fra due settimane?
"Vista la durissima selezione affrontata per entrare nei 12, ora andiamo al Teatro del Casinò intenzionati a vincere".
Con l’inedito per il Festival già pronto nel cassetto.
Andrea Spinelli