di Sandra Nistri
Tutto si può migliorare ma per studenti disabili come Matteo, del quale abbiamo raccontato due giorni fa la storia dopo uno strabiliante cento alla maturità, da alcuni anni a questa parte è più facile intraprendere un percorso universitario che tenga conto delle loro difficoltà ma, anche e soprattutto, delle loro grandi potenzialità.
Da un paio d’anni l’Università di Firenze propone Unifi include, che segue lo studente dall’entrata in facoltà fino al suo ingresso nel mondo del lavoro. Come funziona?
"Il primo intervento – spiega la referente per l’Inclusione di Unifi Maria Paola Monaco – è antecedente alla scelta del corso di studio. Recentemente, ad esempio, siamo stati in contatto con i docenti di un liceo fiorentino per l’inserimento di un ragazzo con spettro autistico cui è stata spiegata qual era l’offerta formativa ed è stata fatta un’opera di orientamento".
Proponete offerte specifiche?
"Sì, con iniziative mirate: per gli studenti che hanno una disabilità visiva facciamo un evento con l’Unione italiana ciechi per il corso di fisioterapia dove abbiamo posti riservati a chi ha questo tipo di disabilità".
Che cosa succede dopo l’iscrizione?
"Una volta che i ragazzi disabili si sono iscritti hanno la possibilità di presentarsi a uno sportello che si trova nel campus delle scienze sociali di Novoli dove la loro documentazione medica viene visionata, se necessario, da una equipe composta da psicologi ed educatori che afferiscono al Centro di criticità relazionali diretto dalla dottoressa Belloni. Dopo un colloquio con l’equipe vengono decisi gli adattamenti necessari, non facilitazioni ma, semplicemente, si cerca di colmare, attraverso un ausilio che può essere informatico oppure attraverso un tutor, quel gap che differenzia questi studenti da altri".
Come vengono seguiti?
"L’equipe si rende disponibile anche per fare attività di mediazione oppure il ragazzo stesso può chiedere di essere seguito per una sua crescita psicologica".
Quali sono gli accorgimenti che possono rendere più semplice, operativamente, la vita degli studenti con disabilità?
"L’indicazione legata alla disabilità di uno studente ci veniva segnalata quando si iscriveva a un esame, ma era troppo tardi. Quindi abbiamo messo su un sistema, che stiamo perfezionando, in cui noi comunichiamo non il tipo di disabilità o disturbo specifico dell’apprendimento ma semplicemente il tipo di adattamento che lo studente, ha, in maniera tale che questo avvenga prima dell’inizio del semestre".
Fondamentale però è anche l’ultimo step: garantire l’orientamento in uscita.
"L’anno scorso l’Ateneo ha promosso un grosso evento radunando anche le Università di Pisa e Siena, coinvolgendo Centri per l’impiego e alcune multinazionali in cui l’accesso ai disabili è più facile da anni ma sono attualmente in campo anche progetti per costruire piattaforme specifiche".