Zero inverno, brina sparita: "Il mix giusto non c’è più"

L’esperto: "Nelle zone di mare anche il problema delle pinete in declino"

Zero inverno, brina sparita: "Il mix giusto non c’è più"

SAN MINIATO (Pisa)

C’è un dato certo. Quelle delle settimane scorse sono state giornate folli dal punto di vista climatico. Con le massime – in pieno febbraio – che hanno raggiunto anche i 19-20 gradi. Un anticipo di primavera troppo marcato. Che ha fatto male anche al tartufo. Ne parliamo con Luca Fontanelli di Gazzarrini Tartufi, storico commerciante del settore.

Come sta andando la raccolta? "Siamo a -70% rispetto allo scorso anno. Eppure in quelle che erano le buon annate i tartufai tornavano dopo una giornata di raccolta di marzuolo con una media di 700 grammi di tartufo. Oggi i più non vanno".

Quando si parla di tartufo, in termini di abbondanza o scarsità, si pensa subito al clima. Ma è veramente determinante o c’è anche del mistero?

"Questa non è una situazione

normale. Impossibile avere un buon riscontro quando abbiamo avuto certe temperature, assenza di piogge e

umidità. Inutile dire oggi che sono dieci giorni che piove. La formazione del tartufo sotto terra avviene settimana prima della raccolta ed è in quel momento che è necessario il mix giusto. Va bene anche il sole, ma accompagnato anche dalle brinate mattutine. Quelle sono il vero toccasana. Poi, restando sul marzuolo, anche nelle zone di mare le pinete si stanno riducendo e molte hanno pini vecchi e logori".

E il mercato?

"Siamo senza raccolta, di fatto, e di conseguenza non ci sono riscontri da poter offrire con certezza. Anche lo scorso anno non fu una buona annata per il

marzuolo e quest’anno siamo a

meno della metà del 2023: quindi la quantità a disposizione è risicatissima. Poca anche per soddisfare anche le richieste della ristorazione che, solitamente, fa largo uso del bianchetto in questo periodo, quando anche il tartufo nero ha finito il suo ciclo in attesa dell’arrivo dello Scorzone, il nero d’estate".

Le prospettive?

"Questi sono i giorni

che già dovevano essere molto

buoni. Il momento resta apprezzabile anche per gran parte di marzo, e può darsi che questi cambiamenti spostino un po’ in avanti il periodo e si riesca a fare raccolta un pugno di giorni in più".

Brutte premesse questa carenza anche per il futuro, nel ciclo dalla scorzone al bianco d’autunno?

"Indubbiamente un’estate senza pioggia e con temperature tropicali, brucerebbe le pepite mentre stanno sbocciando".

Carlo Baroni