Firenze, 30 novembre 2020 - Dovrebbero arrivare a marzo le prime dosi di anticorpi monoclonali 'made in Italy' da distribuire alla popolazione. Entro fine anno, infatti, la Fondazione Toscana life sciences inizierà i test sulle persone. A fare il punto e' il coordinatore della ricerca, Rino Rappuoli, questa mattina nel corso di una conferenza stampa indetta da Coop Alleanza 3.0 e Unicoop Firenze. "Stiamo lavorando per avere i monoclonali disponibili su larga scala per marzo 2021", conferma Rappuoli. Entro fine anno dovrebbe partire la sperimentazione sulle persone e sara' in due fasi: la prima, su un numero ristretto di volontari adulti sani, testera' se l'anticorpo e' sicuro e se ha la durata giusta; la seconda fase, a distanza di una settimana, riguardera' invece 500 persone positive al covid per verificare le capacita' di cura dell'anticorpo.
Il vaccino e i monoclonali "arriveranno piu' o meno nello stesso periodo, tra febbraio e marzo- sottolinea Rappuoli- prima con dosi limitate e poi il numero aumentera' nel tempo. La quantita' piu' grande dovrebbe arrivare nella seconda meta' del 2021". I due farmaci "sono complementari - rimarca lo scienziato - servono entrambi per controllare l'epidemia". Secondo Rappuoli, la procedura "ideale" vedrebbe prima l'iniezione dei monoclonali e poi del vaccino. L'anticorpo, spiega l'esperto, ha una durata di sei mesi ed e' per la copertura iniziale in attesa che cominci ad agire il vaccino. Dalla prima dose del siero infatti servono 45 giorni (richiamo compreso) perche' inizi la copertura. Inoltre i monoclonali rappresentano anche una cura contro il covid, mentre "il vaccino questo non lo puo' fare"
I monoclonali, sottolinea Rappuoli, "esistono già per altre patologie, ma costano decine di migliaia di euro. Questi invece avranno costi più accessibili", garantisce lo scienziato toscano. Che poi aggiunge: "Non siamo preoccupati se anche altri producono i monoclonali. E' una pandemia globale e non ci saranno abbastanza dosi per tutto il fabbisogno. Io stesso ho suggerito al Governo di cercare intanto quelli della Eli Lilly", i primi che dovrebbero arrivare sul mercato, per iniziare a distribuirli alla popolazione. "Magari avessimo piu' dosi - aggiunge Rappuoli - c'e' bisogno di tutti". Una volta portata a termine la ricerca sui monoclonali, però, il lavoro non e' destinato a fermarsi. "Il covid muta - ricorda lo scienziato- nel mondo ci sono già virus diversi. Noi dobbiamo capire come gli anticorpi reagiscono a queste mutazioni e come prevenirle". Quindi "dovremo continuare a studiare, a monitorare il virus e gli anticorpi. Dovremo essere sempre un passo avanti al virus, se ci rilassiamo vince lui", avverte Rappuoli.