LISA CIARDI
Cronaca

"I giovani non sono scansafatiche. Facciamoli lavorare con contratti seri"

L’assessora toscana Nardini ha le idee chiare: "Aiutare le imprese spostando il carico fiscale sulla rendita"

Nardini: "Offrire contratti di lavoro seri ai giovani in cerca di occupazione"

Nardini: "Offrire contratti di lavoro seri ai giovani in cerca di occupazione"

Firenze, 1 maggio 2022 - ​«Non condivido la retorica sui giovani senza voglia di lavorare. Né l’idea che il reddito di cittadinanza scoraggi l’occupazione. Bisogna che ai ragazzi vengano proposti contratti seri. E occorre spostare il carico fiscale dal lavoro alla rendita". In occasione della Festa del lavoro, l’assessora regionale a istruzione, formazione professionale, università e impiego, Alessandra Nardini, fa il punto sulle politiche della Toscana.

Molte aziende lamentano di non trovare dipendenti...

"Evitiamo semplificazioni. Non credo che i ragazzi di oggi abbiano meno voglia di lavorare di un tempo, né che ci sia chi preferisce stare a casa a prendere il reddito di cittadinanza. Occorre andare a vedere cosa viene chiesto e proposto. Bisogna poi agire sul ‘mismatch’, il disallineamento fra domanda e offerta, stiamo attuando e siglando i patti focali per la formazione nei territori, utili per mappare il fabbisogno".

Favorevole al reddito di cittadinanza dunque?

"È migliorabile ma ha aiutato tante famiglie, soprattutto nella fase drammatica della pandemia. Senza avremmo avuto un aumento importante della povertà. Ma bisogna sostenere le imprese, soprattutto le piccole, aiutandole ad assumere, alleggerendo la burocrazia e attenuando il carico fiscale, che va spostato dal lavoro alla rendita".

Finita la pandemia è scoppiata la guerra. Come affronterete i prossimi mesi?

"Stiamo cercando di legare in maniera più forte formazione e lavoro, unendo il fronte sindacale e datoriale. Abbiamo una commissione regionale permanente tripartita con associazioni di categoria, confederali, cooperative, rappresentanze delle persone con disabilità, consigliera di parità. A settembre abbiamo siglato un protocollo con il ministero, sbloccando quasi 54 milioni residui dei vecchi ammortizzatori in deroga per dedicarli alle politiche attive e di formazione. Siamo al doppio degli anni passati: una cifra che può fare la differenza per aiutare i ragazzi a scegliere il mestiere giusto e le imprese a intercettare dipendenti adeguatamente formati. A questi soldi si aggiungono 50,6 milioni della prima tranche del programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) legato al Pnr r".

Come verranno distribuiti questi fondi?

"Con bandi gestiti da centri per l’impiego e agenzie formative, in sinergia pubblico-privato".

Resta il tema dei lavoratori con meno diritti...

"Lavoriamo da tempo sui rider. Abbiamo studiato un protocollo con Cgil, Cisl, Uil e alcune aziende che si sono impegnate ad andare verso il riconoscimento di questi lavoratori come subordinati. Con l’assessore Bezzini stiamo elaborando alcune linee guida su sicurezza e salute. E abbiamo un progetto per il reinserimento lavorativo di donne vittime di violenza finanziato con 420mila euro: l’autonomia è essenziale per non dipendere economicamente da chi, in molti casi, è l’autore degli abusi".