REDAZIONE CRONACA

10 giugno 1981, la tragedia di Vermicino che scosse l’Italia

Il bambino cadde in un pozzo e morì dopo tre giorni di agonia

Il presidente Pertini sul luogo della tragedia (foto Ansa)

Firenze, 10 giugno 2022 – Sono trascorsi ormai 41 anni dalla tragedia di Vermicino, ma quella vicenda così drammatica è ancora viva nella memoria degli italiani. Il piccolo Alfredino Rampi era andato nella casa di campagna insieme ai genitori, Nando Rampi e Franca Bizzarri, vicino Roma, nei pressi di Frascati. Quando il papà rincasò, non lo trovò più.

Diede l’allarme e immediatamente scattarono le ricerche. Erano le ore 19 del 10 giugno del 1981. mentre si perlustrava la zona, da un pozzo artesiano si sentì provenire dei lamenti, che condussero un sottufficiale della polizia alla drammatica scoperta: Alfredino era lì sotto. I giornali radio dell’epoca diedero grande risalto alla notizia, che tenne incollata davanti alla televisione la nazione intera per tre giorni. Si fece di tutto per cercare di salvare il piccolo, di tirarlo fuori da quello che fu definito il ‘pozzo maledetto’.

Come prima cosa si calò una tavoletta legata a una corda, che però rimase incastrata. Poi un microfono, col quale il bambino comunicò col vigile del fuoco Nando Broglio. Tutti gli italiani hanno così potuto ascoltare la voce e le invocazioni di aiuto di Alfredino, per due giorni, che tennero col fiato sospeso l’intero Paese. Un uomo si calò cercando di rimuovere la tavoletta. Si iniziò a scavare con una trivella. Il piccolo venne fatto bere saccarosio da una flebo. Intanto da Roma, come da altre città, arrivò tantissima gente, che pregava e sperava di vedere uscire vivo il bimbo da quel cunicolo. Giunse sul posto anche l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che parlò al piccolo Alfredo. I volontari Angelo Licheri e Donato Caruso si calarono nel pozzo e fecero di tutto per cercare di legarlo. Intanto gli scavi proseguivano senza sosta, e nel pomeriggio del secondo giorno la trivella raggiunse quota 31 metri di profondità

Poco dopo essersi accesa la speranza di un lieto fine, arrivò un’altra notizia, ancora più drammatica: Alfredino era scivolato giù, ancora più in basso, di altri 30 metri . Ogni tentativo di salvataggio del bimbo immerso nel fango era risultato vano, e all’alba del terzo giorno Alfredo morì. La Rai aveva raccontato la vicenda fino al triste epilogo attraverso una lunga diretta televisiva. Quella tragica vicenda, scolpita nella memoria collettiva, accese i riflettori sull’importanza della prevenzione e sulla necessità di un sistema organizzato di soccorsi.

Nasce oggi

Saul Bellow nato il 10 giugno 1915 a Lachine. Scrittore canadese naturalizzato statunitense, tra i maggiori esponenti della narrativa contemporanea, premio Nobel per la letteratura nel 1976,  ha scritto: “Ho passato la maggior parte della mia vita a scrivere. È un’attività solitaria. Si sta seduti nella propria stanza, e si scrive. E dalla solitudine si entra in contatto con tutti”.

Maurizio Costanzo