11 settembre 2001, cronaca di una giornata di terrore: minuto per minuto

Le ore che hanno cambiato la storia moderna degli Usa e del mondo occidentale

Atracco alle Torri Gemelle (foto Ansa)

Atracco alle Torri Gemelle (foto Ansa)

Firenze, 11 settembre 2022 - Un attacco terroristico senza precedenti quello che l'11 settembre del 2001 colpì al cuore gli Stati Uniti. Una strategia del terrore che apparve da subito come una vera e propria dichiarazione di guerra all’America e a tutto il mondo occidentale.

A ripercorrere il film di quei momenti e di quelle ore così drammatiche, non si può non partire dalle 8 e 46 ora locale, quando in Italia erano le 14 e 45: un aereo in quel preciso istante si era schiantato contro una delle torri gemelle del World Trade Center a New York. Alle 8,50 la prima autopompa dei Vigili del Fuoco era già sul posto: saliranno per dare soccorso, ma moriranno tutti, poco tempo dopo. Sono le 9, l’allora presidente Usa George W. Bush stava visitando una scuola in Florida quando venne immediatamente informato del disastro. Che non si trattasse di un drammatico, spaventoso incidente lo si capì con certezza una manciata di minuti dopo: quando, alle 9 e 03, un secondo aereo si schiantò contro l’altra torre del World Trade Center.

Alle 9,21 vengono chiusi ponti e tunnel di New York e alle 9,26 bloccati tutti i decolli. Passano pochi minuti, alle 9,30 vengono evacuati la Borsa del Nymex e il New York Mercantile Exchange. Due minuti dopo, alle 9,32, Wall Street interrompe tutte le operazioni. Alle 9 e 40 la polizia lancia un altro, terribile allarme, avvisando tutte le persone vicine al World Trade Center che il terrore non è finito: un terzo aereo non identificato si stava avvicinando alle due torri e risultava diretto verso la capitale.

Passano altri minuti, sono le 9 e 43 quando arriva la notizia di un incendio divampato al Pentagono, che viene fatto evacuare, per l’impatto di un terzo aereo. Due minuti dopo, alle 9 e 45 viene evacuata la Casa Bianca, col vicepresidente Dick Cheney condotto nel bunker blindato. Passano altri due minuti: alle 9 e 47 è il dipartimento del Tesoro ad essere evacuato, insieme ad altri grattacieli per precauzione. Non è finita, e alle 9 e 48 un incendio divampa non lontano dalla Casa Bianca, sul Mall di Washington. Alle 9 e 49, a Washington, anche il Congresso e il ministero del Tesoro vengono fatti evacuare. Non è ancora finita: trascorrono altri quattro minuti, e alle 9 e 53 viene segnalato un incendio al dipartimento alla Difesa, tutto questo mentre viene ordinata la chiusura di tutti gli aeroporti e del traffico aereo sugli States. Intanto sono le 9 e 55 quando l’Air Force One decolla dalla Florida con a bordo il presidente Bush, che comunica via telefono con Cheney ordinando l'allerta delle forze militari americane nel mondo. Sembra passata un’eternità, invece è trascorsa a malapena un’ora dall’inizio di quell’incubo. Si arriva così alle 9 e 58, i passeggeri del volo UA93 vengono informati di quanto accaduto e si scagliano contro i dirottatori per cercare di prendere il controllo dell'aereo. Intanto, alle 9 e 59, la Torre Sud in pochi secondi crolla alzando una nuvola di polvere e detriti. Mentre le telecamere di tutto il mondo inquadrano i corpi di chi si è lasciato cadere nel vuoto, anche a Chicago viene evacuato un grattacielo. Alle 10.03 il quarto impatto: il volo UA93 precipita a Shanksville, in un campo della Pennsylvania. Sono le 10 e 08: il segretario di Stato Colin Powell che si trovava in Perù per l'assemblea generale dell'Osa, sale sul volo per rientrare in America. Le notizie si rincorrono e alle 10 e 20 viene fatto evacuare anche il palazzo di Vetro per precauzione. Le notizie, nel panico, si sovrappongono e si diffonde la voce che un'autobomba fosse esplosa a Washington, davanti al dipartimento di Stato: indiscrezione poi smentita da un funzionario qualche minuto dopo. Ma intanto l’America era piombata in un incubo senza fine, con le autorità di Washington che si videro costrette a ordinare l'evacuazione di tutti gli edifici federali. L’orologio segna le 10 e 28: tutti i voli transatlantici per gli Usa vengono dirottati sul Canada. Una comunicazione che viene battuta dalle agenzie di stampa proprio mentre il mondo, attonito, vede crollare la seconda torre, quella Nord, del World Trade Center. Quella mattinata, che avrebbe cambiato il mondo e sembrava un incubo senza fine, la polizia di New York intanto, davanti ai microfoni, parlava di un doloroso bollettino di guerra: si apprese così che i morti erano migliaia. Sono le 11 e 45 quando il presidente Bush arriva in Louisiana, atterrando alla base di Barksdale. Alle 13 e 02 il sindaco di New York, Rudy Giuliani ordinava l’evacuazione di Manhattan a sud di Canal Street. Sono le 20.30 quando tutti gli occhi, le telecamere e i flash sono puntati sul presidente Bush, che al termine di quell’interminabile giornata di terrore, rivolgendosi alla nazione a reti unificate promette: “I responsabili la pagheranno”. Nasce oggi Pierre Reverdy nato il 13 settembre 1889 a Narbona. Celebre e stimato poeta e aforista francese, estimatore dei pittori cubisti, per trent’anni ha vissuto di “solitudine e poesia”. La sua poetica è caratterizzata da una purezza assoluta, in cui fa a meno di similitudini e metafore. Ha scritto: “Viviamo con tante azioni cattive sulla coscienza e qualche buona intenzione nel cuore”.

Maurizio Costanzo