MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

12 marzo, il giorno di Santa Fina. E il miracolo delle viole che si ripete ogni anno

Oggi a San Gimignano è festa solenne perché si venera la compatrona Santa Fina ‘delle viole’

Santa Fina

Santa Fina

San Gimignano (Siena), 12 marzo 2025 - Per la chiesa e il popolo di San Gimignano il 12 marzo è una festa solenne perché si venera la compatrona Santa Fina "delle viole". Il 12 marzo del 1253 è stato il giorno della sua prematura morte, "salì al cielo" a soli 15 anni dopo lunga malattia. Dal giorno della sua morte fra le pietre delle torri e sui muri del vecchio borgo sbocciarono dei fiori gialli che il popolo chiamò "Viole di Santa Fina".

Questo "miracolo" della fioritura delle viole continua puntuale da 772 anni. A ricordo della sofferenza della beata delle viole, il popolo delle torri mise mano in tasca per la prima pietra e per costruire il già ospedale degli "Spedali Riuniti Santa Fina". Fra le navate del Duomo fu "eretta" la suggestiva cappella di Santa Fina dove riposano le sue spoglie. Scolpita in marmo di Carrara e decorata in oro zecchino da Benedetto e Giuliano da Maiano, venne affrescata dal maestro "Il Ghirlandaio" con le pitture delle storie della breve vita della beata Fina delle viole. Sarà una giornata di festa nella chiesa e fiera nelle piazze.

Oggi alle 11 in Duomo la solenne concelebrazione presieduta dal Vescovo Emerito di Grosseto Monsignor Rodolfo Cetoloni. Saranno presenti le massime autorità civili e militari, il popolo, la delegazione ufficiale del Comune con il gonfalone guidata dal sindaco Andrea Marrucci che offrirà la cera per illuminare la preziosa cappella della beata, la rappresentanza dei cavalieri di Santa Fina con le viole e processione fra le navate del duomo con il popolo e la benedizione dalle porte della basilica con il busto della beata. Alle 17 come tradizione la benedizione dal parroco don Gianni a tutti i bambini delle torri con le viole in mano ai piedi dell’urna della beata di San Gimignano, Santa Fina. L'Ospedale, la Cappella, la crema, le viole, il vicolo, i Cavalieri, sono diverse le cose che a San Gimignano hanno preso il nome da Santa Fina.

Figlia di due nobili decaduti, la sua vita fu di devozione totale alla Madonna, usciva solo per andare in chiesa in occasione della Santa Messa, e quando a dieci anni si ammalò gravemente, impedita in ogni movimento, rinunciò persino a un giaciglio e scelse di restare immobile su una tavola di quercia. Proprio da quella tavola di legno, quando morì, spuntarono delle viole, così come sulle mura cittadine. Viole che spesso questo mese fioriscono.