REDAZIONE CRONACA

12 settembre 1979, il giorno di Mennea e del suo record leggendario

Quella volta che a 15 anni sfidò una Porsche correndo a piedi su uno stradone del suo paese per pagarsi il biglietto del cinema

Pietro Mennea nella gara del record del mondo (foto Ansa)

Firenze, 12 settembre 2022 - Su una strada di Barletta un giorno si tenne una delle tante sfide memorabili e stampate bene nella memoria dei paesani che, increduli, vi assistettero. Un ragazzo dalle gambe esili, che proveniva da una famiglia modesta e numerosa - la mamma casalinga e il padre sarto mantenevano cinque figli - per pagarsi un biglietto per andare al cinema o il costo di un panino, sfidava auto da corsa e moto.

Quel giorno pensò bene di sfidare in velocità sui cinquanta metri addirittura una Porsche. La sfida era: un 15enne contro un’auto dal rombo del motore assordante guidata da qualcuno che schiacciava l’acceleratore fino in fondo. A vincerla fu il ragazzo, che aveva un nome destinato a entrare nella leggenda: Pietro Mennea.

Per conquistarsi un posto nell'Olimpo dei super campioni, nella finale dei 200 metri, basta una manciata di secondi. Quel 12 settembre del 1979 a Mennea, alle Universiadi di Città del Messico, sono bastati appena 19 secondi e 72 centesimi per entrare di diritto nella storia. L’atleta barlettano 27enne, quel giorno decise che i 200 metri piani - la gara che storicamente fornisce le migliori prestazioni sulla velocità pura - si potevano correre alla velocità della luce: quella gara finì con medaglia d'oro al collo e uno straordinario record mondiale. Quel leggendario 19"72 è stato uno dei record del mondo più longevi dell'atletica, rimasto record europeo fino al 1984. Solo 17 anni dopo, esattamente il 23 giugno del 1996, l'impresa di togliere il record mondiale a Mennea riuscì a Michael Johnson.

L’impresa quel 12 settembre venne raccontata in diretta tv dalla voce di un grande telecronista, Paolo Rosi. Un record favorito da un vento a favore di 1.8 metri, ma raggiunto correndo con l'aria rarefatta a oltre duemila metri di quota. Da quel giorno memorabile Pietro Mennea divenne per tutti ‘La Freccia del Sud’, l'uomo più veloce del creato: aveva infatti corso a una media sulla distanza di 36,51 km/h. Un’impresa memorabile e leggendaria quella del velocista azzurro, resa ancora più sensazionale dal fatto che dopo una partenza lenta, si avvertì quasi la sensazione che in curva non poteva farcela. Per contenere la sbandata abbassò la spalla sinistra, per poi iniziare un’irresistibile progressione che negli ultimi cinquanta metri gli consentì di tagliare il traguardo addirittura con quattro metri di vantaggio sul polacco Lazek Dunecki, arrivato secondo. Figlio del Sud e della fatica, stabilendo quel primato, l’eroe venuto dal nulla divenne l'uomo più veloce del mondo, consegnando alla storia un'impresa senza tempo.

Sempre dopo una rimonta mozzafiato, ai Giochi di Mosca vinse l'oro appena un anno dopo. “L’obiettivo degli altri atleti era battere me, l'italiano' - raccontò in seguito - . Io invece sapevo che la lotta era solo tra me stesso e il cronometro''. Anche quella volta tagliò il traguardo lasciandosi gli avversari alle spalle anche di sei metri. Mennea è stato l'unico duecentista che nella storia è riuscito a qualificarsi per quattro finali olimpiche di seguito. Il fisico esile e una forza d’animo e di volontà straordinaria, plasmate sull’allenamento e sulla determinazione, lo rendevano un campione imbattibile, che incarnava la rivincita del suo Sud, di un popolo e di un’intera nazione, e i valori più alti dello sport.

 

Nasce oggi

Stanislaw Herman Lem nato il 12 settembre 1921 a Leopoli. Celebre scrittore polacco, autore di ‘Solaris’ che è una delle sue opere più famose, coniugò il romanzo filosofico col genere della fantascienza. Ha scritto: “Ogni fiocco di neve di una valanga si dichiara non colpevole”.

Maurizio Costanzo