MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

15 ottobre, mese della salute mentale: ecco otto fobie sociali legate al linguaggio

Dalla paura di parlare in pubblico a quella delle parole lunghe e complesse: influenzano profondamente la qualità della vita, ma possono essere superate

Ottobre mese della salute mentale

Ottobre mese della salute mentale

Firenze, 15 ottobre 2024 - Ottobre è considerato il mese della salute mentale a livello internazionale, durante il quale vengono proposti numerosi eventi ed iniziative volti a sensibilizzare sull'importanza del benessere psicologico. È il periodo perfetto, inoltre, per riflettere anche su fobie meno conosciute legate al linguaggio, spesso sottovalutate ma che influenzano profondamente la qualità della vita di chi ne soffre con conseguenti difficoltà ad esprimersi e partecipare attivamente ad eventi sociali o lavorativi. In occasione del mese della salute mentale, gli esperti di Babbel - l'ecosistema leader nell’apprendimento delle lingue - hanno dunque individuato diversi tipi di fobie sociali legate al linguaggio e alla comunicazione, con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza su questo tema. Infatti, secondo Esteban Touma, professore di Babbel Live, “Il linguaggio è uno strumento potente, ma può rappresentare una sfida per chi soffre di fobie legate alla comunicazione. Identificare queste paure può essere il primo passo per affrontarle. In Babbel crediamo che imparare a superarle apra la porta a nuove opportunità, sia nella propria lingua madre che in una nuova lingua”. Dalla “glossofobia” alla “hipopotomonstrosesquipedaliofobia”: un viaggio nelle paure del linguaggio. Diverse persone affrontano ansie e timori legati al linguaggio e alla comunicazione, che possono complicare la vita quotidiana e le relazioni sociali. Per aiutare a comprendere meglio le sfide che queste paure possono rappresentare, gli esperti di Babbel hanno creato un glossario delle principali fobie legate al linguaggio. Glossofobia (paura di parlare in pubblico): è una delle fobie sociali più comuni e consiste nel timore paralizzante di dover parlare in pubblico. Questa paura si manifesta in vari contesti, dai discorsi formali davanti a grandi platee a semplici interazioni sociali in gruppi ristretti. Le persone affette da glossofobia possono provare forte ansia, tachicardia, tremori, eccessiva sudorazione e persino panico al solo pensiero di doversi esprimere verbalmente davanti agli altri. Lalofobia (paura di parlare in generale): a differenza della “glossofobia”, che si manifesta principalmente in situazioni pubbliche, la “lalofobia” è una paura generalizzata di parlare in qualsiasi contesto. Le persone che ne soffrono possono evitare del tutto le interazioni verbali, incluse le conversazioni quotidiane con amici o familiari, per paura di essere giudicate o di non essere in grado di esprimersi correttamente. Xenoglossofobia (paura delle lingue straniere): questa paura si manifesta come un timore marcato di imparare o utilizzare una lingua straniera. Spesso è legata alla sensazione di non essere capiti, di fare errori grammaticali o di non essere sufficientemente esperti. È una fobia che può risultare molto stressante per chi ne soffre e che è particolarmente rilevante in contesti educativi o professionali, dove l’apprendimento di lingue straniere è necessario. Fonofobia (paura dei suoni forti o di parlare ad alta voce): anche se la “fonofobia” è più comunemente associata al timore di suoni improvvisi o molto forti, in alcuni casi si impiega questo termine anche per definire la paura di alzare troppo il tono della voce o di essere uditi dagli altri. Le persone affette da questo disturbo possono evitare situazioni in cui si richiede di parlare in modo chiaro e udibile, proprio per timore di attirare attenzione indesiderata su di sé o di disturbare gli altri. Logofobia (paura delle parole): la “logofobia” è una paura irrazionale solo di determinate parole o frasi. Chi ne soffre può evitare specifici termini perché associati a esperienze negative o a traumi del passato. Questo timore può influire non solo sulla capacità di parlare, ma anche sulla lettura e sull’ascolto, limitando gravemente la comunicazione. Hipoquefobia (paura delle domande): le persone che soffrono di “hipoquefobia” temono di ricevere domande, specialmente in contesti sociali, lavorativi o accademici. Questa fobia si manifesta con una forte ansia e una sensazione di inadeguatezza quando si prevede di essere interrogati o messi alla prova, limitando così la capacità di partecipare attivamente a discussioni o riunioni. Alodoxafobia (paura delle opinioni altrui): chi è affetto da “alodoxafobia” ha paura di essere giudicato o valutato negativamente dagli altri, soprattutto in situazioni dove le opinioni altrui sono espresse liberamente. Questo può portare a evitare il confronto o a ritirarsi da discussioni per paura di essere criticati o disapprovati. Hipopotomonstrosesquipedaliofobia (paura delle parole lunghe e complesse): il nome stesso di questa fobia rappresenta in modo paradossale il tipo di timore a cui si riferisce. Questo lunghissimo termine greco composto da “hipopoto” (“grande”) e “mostro” (“mostruoso”), viene infatti impiegato, spesso con ironia, per definire chi, in un contesto pubblico, teme di pronunciare parole troppo lunghe o articolate in modo scorretto e di sembrare ridicolo agli interlocutori. In questo contesto, gli utenti di Babbel, valutano le lezioni come una risorsa preziosa per superare le proprie insicurezze linguistiche. "Ho sempre cercato di comunicare in inglese, ma con estrema difficoltà, e, quando potevo, evitavo di farlo; diventava infatti una vera e propria fonte di stress trovarmi di fronte a un paziente che parlava solo quella lingua. Lo switch è avvenuto più o meno dopo sei mesi di studio con Babbel: ho iniziato a esprimermi con più sicurezza, e questo mi ha dato molta fiducia nelle mie capacità linguistiche. Inoltre, grazie alle Babbel Live, ho avuto l'opportunità di confrontarmi con accenti diversi, il che si è rivelato particolarmente utile nel mio contesto lavorativo" commenta Valerio Vitale, utente di Babbel. “Padroneggiare l’inglese correttamente mi ha permesso di comunicare con molte persone. Quindi lo scoglio, l'isolamento che c’è nel momento in cui non ho uno strumento comunicativo, viene bypassato”. Nasce oggi Friedrich Nietzsche nato il 15 ottobre del 1844 a Rocken. Nella biografia del grande filosofo tedesco non mancano le curiosità. Ad esempio rischiò di annegare nello Stretto di Messina durante il suo soggiorno nella città siciliana. A salvarlo fu un cane, che con i suoi latrati richiamò l'attenzione del filosofo su un gorgo che avrebbe potuto inghiottirlo. Furono tre le settimane che Nietzsche trascorse in Sicilia proveniente da Genova. Da sempre i biografi del filosofo tedesco si sono interrogati su quel soggiorno misterioso e su cosa spinse Nietzsche così a Sud, senza trovare una spiegazione convincente. In questa terra, posta tra lo Stromboli e l'Etna, Nietzsche maturò anche le prime idee di "Così parlò Zarathustra", opera in cui "la montagna" e "il vulcano" hanno un ruolo centrale. Proprio in questo libro scrisse: “Io sono una foresta e una notte di alberi scuri: ma chi non ha paura delle mie tenebre, troverà declivi di rose sotto i miei cipressi”.