Firenze, 25 luglio 2012 - E' morto il gip del tribunale di Firenze Michele Barillaro, 45 anni. E' mortoin un incidente stradale nella parte sud dell'Africa, in Namibia. Con lui è morto anche un avvocato e imprenditore fiorentino, Roberto Colcellini, 73 anni, che proprio da quelle parti si occupava di una struttura ricettiva. Il mondo della giustizia è sotto choc. Barillaro, che aveva partecipato a inchieste importanti, occupandosi anche dell'omicidio del giudice Borsellino. Nelle scorse settimane, tolta la scorta che gli spettava, erano arrivate delle minacce di morte con una lettera anonima. Minacce alle quali aveva risposto con un sorriso.
Sarà ora l'amico Stefano Ricci, amico dell'avvocato e del giudice scomparso, a recarsi in Africa per il rimpatrio delle salme dei due amici.
Perché il gip Barillaro amava la vita e coltivava la grande passione per la caccia grossa in Africa. Sposato con il giudice Patrizia Martucci, in servizio a Pistoia e padre di due bambine, Barillaro andava spesso nel continente africano proprio per le sue battute con gli amici.
Proprio la moglie ha saputo di quello che era accaduto mentre seguiva un'udienza al tribunale di Pistoia. Un'udienza sull'inchiesta "Appaltopoli 2". Si discutevano le istanze di dissequestro dei beni, probatori e preventivi, degli imprenditori coinvolti, nomi locali conosciuti tra cui Flori, Vespignani e Conti.
C'è chi ricorda il gip Barillaro negli ultimi suoi interventi in un convegno. «Aveva raccontato — ha ricordato per noi l’avvocato Cecilia Turco, presidente della Fondazione per la Formazione Forense — la lunga camera di consiglio e i momenti drammatici di quel processo. C’era un velo di nostalgia nelle sue parole perchè era molto legato a quella esperienza che lo aveva cambiato, come lui diceva. Ma diceva anche “Mi devo fare una ragione, perchè la giustizia si può applicare sempre, a tutte le latitudini e a tutte le longitudini”. E mi ha detto anche — ricorda ancora l’avvocato Turco — “Ora tutti lo osannano, ma a quei tempi Borsellino era stato lasciato solo”.
Questa volta però nell'Africa che tanto amava, Barillaro ha trovato la morte. Le autorità namibiane, che indagano sull'incidente, avvenuto nella serata di lunedì tra le otto e le nove di sera. L'auto, una Land Cruiser, con a bordo Barillaro, Colcellini e un cameriere namibiano anche lui morto sta per arrivare a Otjiwarongo. E' a dieci chilometri dalla meta quando si scontra frontalmente con un camion che arrivava dalla direzione opposta.
Pochi gli elementi per capire la dinamica: si sa solo di questo gravissimo incidente frontale che non ha lasciato scampo ai tre occupanti dell'auto, mentre l'autista del camion è in prognosi riservata. La notizia della morte di gip e avvocato arriva a Firenze intorno all'ora di pranzo del martedì. Un tam tam di telefonate e i primi messaggi di cordoglio su Facebook sulla pagina di Barillaro, che si faceva chiamare Tremal Naik.
Guardava alla vita con un sorriso: aveva sorriso anche quando era stato oggetto di minacce di morte nei giorni scorsi, con una lettera anonima che era arrivata anche al quotidiano La Nazione. Minacce dopo che gli era stata tolta la scorta.
Barillaro si era occupato, quando era giudice a Nicosia (Enna) e Caltanissetta, dei processi Falcone e Borsellino. Ha redatto, tra le altre, la sentenza nel processo a Mariano Agate e altri 26 imputati nel Borsellino ter relativo alla strage di via d'Amelio e la sentenza 10/03 nel processo a Toto' Riina e ad altri sei imputati relativo all'attentato dell'Addaura contro Giovanni Falcone.
A Firenze la sua attivita' di gip lo aveva portato a occuparsi anche di indagini sull'area anarco-insurrezionalista e, ultimamente, di quelle in cui si ipotizza la truffa aggravata al Servizio sanitario nazionale e l'evasione fiscale a carico dei vertici dell'azienda farmaceutica Menarini. A Firenze si era occupato degli anarco-insurrezionalisti.
Ma è cordoglio anche per la morte di Roberto Colcellini. Era avvocato e imprenditore era proprietario dell'attività ricettiva in Namibia e come titolare della Oryx Solutions aveva presentato progetti per la costruzione di porti turistici a Piombino e Marina di Carrara.
L'amore per l'Africa era sconfinato. "Se dovessi scegliere, mi piacerebbe morire in Africa durante un safari", avrebbe detto più volte agli amici. Ora appunto, l'ultimo viaggio verso casa, il rimpatrio in Italia, in quella Firenze dove viveva e lavorava, senza mai dimenticare la Calabria, che era la sua terra d'origine.
La città di Firenze è sotto choc. "Secondo noi aveva incarnato sempre la figura del giudice terzo e e imparziale", gli ha reso omaggio ieri il professor Giovanni Flora, presidente della Camera penale di Firenze. “La città di Firenze e la giustizia italiana perdono una figura di straordinaria importanza: come Partito Democratico non possiamo che essere addolorati e vogliamo esprimere il nostro cordoglio e la nostra solidarietà alla famiglia”. Così Patrizio Mecacci segretario del Pd metropolitano di Firenze e Emiliano Poli, responsabile sicurezza e legalità a seguito della morte del giudice.
“I coordinamenti regionale e fiorentino della Giovane Italia, congiuntamente al movimento universitario Studenti per le Libertà, esprimono il proprio cordoglio per la scomparsa del Gip del tribunale di Firenze Salvatore Barillaro, ricordandone il coraggio, l’entusiasmo e l’umanità”.
Così Tommaso Villa, consigliere regionale e coordinatore regionale della Giovane Italia assieme a Niccolò Macallè e Andrea Badò, rispettivamente coordinatore e vice coordinatore del movimento giovanile del Pdl di Firenze.
© Riproduzione riservata