REDAZIONE CRONACA

27 agosto 1896, il giorno della guerra più corta della storia: durò 38 minuti

Si concluse con 500 morti dalla parte del Sultanato di Zanzibar e un unico ufficiale lievemente ferito nelle truppe britanniche. Ecco cosa accadde quel giorno

Soldati (foto web)

Firenze, 27 agosto 2022 - Quella che scoppiò il 27 agosto 1896 è passata alla storia per essere stata la guerra più breve di sempre. Scoppiò e terminò nell’arco di un solo giorno, anzi, di una sola ora, e venne combattuta tra la Gran Bretagna e il Sultanato di Zanzibar. Per comprendere l’origine del conflitto anglo-zanzibariano bisogna fare un passo indietro nel tempo di sei anni, quando la Germania e il Regno Unito decisero di dividersi rispettivamente le sfere di influenza nell’Africa orientale. Bismarck, da parte sua, si accaparrò la Tanzania, mentre l’Inghilterra fece di Zanzibar un suo protettorato, ufficializzato poi nel 1893. Un trattato stipulato nel 1886 parlava chiaro: ogni candidato al Sultanato, prima di salire al trono doveva ricevere l’assenso del console britannico. I problemi sorsero quando morì improvvisamente il sultano Hamad bin Thuwaini: era il 25 agosto 1896. Come suo successore, era previsto un candidato filo britannico che l’Inghilterra vedeva di buon occhio, perché avrebbe tutelato gli interessi della Corona: Hamud bin Muhammed. Ma ecco che, a sorpresa, si insediò invece nel Palazzo Reale Khalid bin Barghash, cugino del sovrano defunto, che in virtù della parentela si autoproclamò nuovo Sultano. A quel punto la guerra era inevitabile. Da parte sua il sovrano pensò immediatamente ad armarsi, e prevedendo l’attacco marino britannico, fece schierare quasi un migliaio di suoi soldati al porto. Radunò quante più persone possibili a difendere la Reggia: non solo la guardia del palazzo, ma anche provetti soldati reclutati tra la popolazione, compresi schiavi e servi dell’harem. E ovviamente fece preparare anche la sua nave da guerra reale. Da parte loro gli inglesi schierarono truppe, navi da guerra e finanche della Marina britannica: in breve tempo erano già tutte pronte a sferrare l’attacco, ma bisognava attendere l’autorizzazione formale di Londra. L’ultimatum che la corona aveva dato al Sultano parlava chiaro: entro le ore 9 di quel 27 agosto doveva lasciare il Palazzo Reale. Ma come risposta l’ambasciatore ricevette un secco no e la promessa di resistenza a oltranza. Allo scadere dell’ultimatum, erano esattamente le 9.02, la Gran Bretagna aprì il fuoco e i bombardamenti colpirono e mandarono in fiamme il Palazzo Reale. Da dove però Khalid era prontamente scappato, lasciando in balia delle bombe solo i suoi sudditi e i suoi servitori, che cercarono di ripararsi alla meno peggio, facendosi scudo con rudimentali barricate di legno o di gomma. Era le 9 e 40 quando venne ammainata la bandiera reale. Al termine di quella sconsiderata guerra, si contarono 500 morti nelle fila del Sultanato, e un unico ufficiale lievemente ferito tra le truppe britanniche. La guerra più breve della storia durò dai 38 ai 45 minuti, a seconda se si considera l’inizio del conflitto dallo scadere dell’ultimatum alle 9 in punto o dall’inizio dei bombardamenti, scoccato alle 9 e 02. E anche se si fissa la fine della guerra alle 9 e 40, quando venne ammainata la bandiera, o alle 9,45, quando invece venne dato il “cessate il fuoco” ufficiale. Certo è che quella schiacciante vittoria provocò una forte reazione della Corona inglese, che mise sul trono Hamud a capo di un governo fantoccio. Quanto al fuggiasco Khalid, venne arrestato durante la prima guerra mondiale: era il 1916. Come unico risultato di quella guerra scellerata e disperata, Zanzibar dovette sottostare da quel momento a un controllo britannico più deciso e opprimente. Nasce oggi Friedrich Hegel nato il 27 agosto 1770 a Stoccarda. Considerato tra i massimi filosofi dell’idealismo tedesco, concepì una visione dialettica nella quale la tesi e l’antitesi, quali possono essere il male e la tragicità della vita, vengono risolti nella positività della sintesi. Ha scritto: “La tua felicità non dipende dal tuo destino, ma da come riesci ad affrontarlo”.

Maurizio Costanzo