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Piero Bargellini
Firenze, 28 febbraio 2025 – Il 28 febbraio del 1980 moriva Piero Bargellini, “il primo cittadino che deve essere l’ultimo” come diceva lui stesso. E ne diede prova quando la sa sua casa, in via delle Pinzochere, venne ripulita dalla melma solo dopo che lo furono tutte quante le altre. Basterebbero già queste due immagini a dare l’idea della sensibilità, dell’altruismo e dell’umanità di uno degli uomini che hanno più inciso negli eventi e nella memoria collettiva di Firenze e della Toscana nel Novecento.
Oggi la sua città rende omaggio al ‘sindaco dell’alluvione’, che amò profondamente Firenze e i suoi abitanti. Nel ’66 venne eletto sindaco: svolse la carica solo per pochi mesi, ed era già dimissionario quando piombò su Firenze la tragedia dell’alluvione, a rimediare la quale si dedicò con enorme impegno e notevole capacità organizzativa. Seppe gestire la situazione con coraggio, coinvolgendo i cittadini e chiedendo loro di portare barche e mezzi di soccorso a Palazzo Vecchio. Un ricordo che resta indelebile nella memoria, e nel cuore, dei fiorentini. Bargellini, oltre a essere stato primo cittadino, fu parlamentare per più legislature e figura di spicco nella cultura toscana. Nel 1929 fondò «Il Frontespizio», alla quale avrebbero contribuito autori come Carlo Bo, Mario Luzi, don Giuseppe De Luca, oltre a Gatto, Parronchi e Sereni. Vicino per molti versi alla esuberante personalità intellettuale di Giovanni Papini, Bargellini fu consapevole portatore di una cultura cattolica attenta al fascino popolare del mondo contadino. Noto scrittore e fondatore di riviste letterarie, aveva già ricoperto l’incarico di assessore alla cultura durante le due amministrazioni di Giorgio La Pira.
Il 4 novembre del 1966 fu svegliato all’alba dal Questore, che lo avvisò del peggioramento del maltempo. Uscito di casa assieme alla moglie, verificò personalmente il livello dell’Arno e si recò immediatamente alla sede Rai per invitare la popolazione a mantenere la calma. Fu un promotore instancabile anche della ricostruzione della città, affermando con ferma convinzione che “Firenze valeva la fatica che abbiamo durato e vale ancora la piacevole pena di renderla sempre più bella”. Celebre è il breve scambio con Indro Montanelli, che testimonia lo spirito con cui i fiorentini affrontarono la tragedia: un misto di determinazione e amore per la propria terra, sentimenti che Bargellini interpretò con umanità e passione. Oggi, nel giorno di ricordo a lui dedicato, Firenze lo celebra come uno dei suoi più grandi uomini, consapevole che la sua eredità morale e culturale, e il suo alto esempio, continua e continuerà a ispirare la comunità cittadina.
Oggi alle ore 18, nell’anniversario della sua scomparsa, verrà celebrata da padre Giancarlo Corsini la messa in Santa Croce.