MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

5 settembre 1938, la vergogna delle Leggi razziali. A Pisa l’incontro per non dimenticare

A San Rossore, dove Vittorio Emanuele III firmò il decreto, si consumò la pagina più nera dell’intera storia d’Italia

Una commemorazione degli anni passati a Pisa (foto Ufficio Stampa Comune Pisa)

Una commemorazione degli anni passati a Pisa (foto Ufficio Stampa Comune Pisa)

Firenze, 5 settembre 2024 - Era il 5 settembre 1938 quando Vittorio Emanuele III firmò a San Rossore (Pisa) il Regio decreto che sanciva l'entrata in vigore delle Leggi razziali sul territorio nazionale. Pisa oggi ricorda quella data a 86 anni di distanza, per non dimenticare il suggello messo dal re d'Italia alla legge di Benito Mussolini che imponeva la sospensione dei diritti civili dei cittadini italiani di origine familiare e fede ebraica, condannandoli alla deportazione e alla morte.

Le università e le scuole 'sospendevano' i loro docenti, non consentivano alle studentesse e agli studenti l'iscrizione, li allontanavano quando stranieri: a Pisa l'Università allontanava 20 tra i suoi docenti (molti emigrarono o morirono ad Auschwitz, come Ciro Ravenna) e 290 studenti ebrei stranieri, furono inghiottiti nell'Olocausto.

Sono passati 86 anni da quando in Italia furono promulgate le leggi razziali. Si tratta di una serie di regi decreti legge che, tra l'estate e l'autunno del 1938 a cominciare dal 5 settembre, furono firmati da Benito Mussolini in qualità di capo del governo e poi promulgati dal re Vittorio Emanuele III, tutti tendenti a legittimare una visione razzista della cosiddetta "questione ebraica". Esse furono abrogate con i regi decreti-legge numeri 25 e 26 del 20 gennaio 1944, emanati durante in Regno del Sud quando il governo italiano guidato da Badoglio dopo la fuga da Roma si era trasferito a Brindisi. Le leggi razziali Il primo di quelli che sono stati definiti i "decreti della vergogna" risale al 5 settembre 1938 e fissava "Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista" mentre è di due giorni dopo, il 7 settembre, il testo che fissava "Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri". Il loro contenuto viene annunciato per la prima volta il 18 settembre 1938 a Triste da Benito Mussolini in occasione di una sua visita alla città. Il mese successivo, il Gran consiglio del fascismo emette una "dichiarazione sulla razza": è il 6 ottobre e viene successivamente adottata dallo Stato sempre con un regio decreto legge che porta la data del 17 novembre 1938. Nel contesto in cui si inquadrano le cosiddette 'leggi razziali' del fascismo bisogna includere anche il famigerato 'Manifesto della razza', pubblicato originariamente in forma anonima sul 'Giornale d'Italia' il 15 luglio 1938 col titolo "Il Fascismo e i problemi della razza", quindi ripubblicato sul numero uno della rivista 'La difesa della razza' il 5 agosto firmato da 10 scienziati. L'evento promosso si tiene oggi, alle 17, nell'aula magna della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa: il Laboratorio della memoria, coordinato dal Comitato San Rossore '38 - oggi sostenuto da Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Sant'Anna, Scuola Imt alti studi Lucca e dal Cnr Ricerche - presenta 'Ebrei nella Resistenza e nella guerra di Liberazione', incontro coordinato dai docenti Michele Battini, Michele Emdin, Barbara Henry. All'organizzazione hanno contribuito tutti gli altri aderenti al Comitato San Rossore '38: Carlotta Ferrara degli Uberti, Alessia Gliemi, Saulle Panizza, Ilaria Pavan, Silvio Pons. Nell'occasione la storica Liliana Picciotto presenterà un riassunto della sua ricerca pluriennale sul contributo degli ebrei d'Italia alla Resistenza, tra il 1943 e il 1945. A seguire lo storico Gianluca Fantoni, docente dell'Università di Nottingham, interverrà sulla Brigata Ebraica in Italia.